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Lifting Liquido: la nuova frontiera del ringiovanimento non chirurgico

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31 Ottobre 2025 Autore: dott.ssa Anna Elisa Velardi

Il lifting liquido è un approccio non chirurgico alla medicina estetica che sfrutta una combinazione di filler dermici (acido ialuronico, idrossiapatite di calcio, polilattico) e neuromodulatori per ridefinire i volumi del volto, attenuare le rughe e conferire un aspetto più fresco senza incisioni.

Grazie alla biocompatibilità e alla reversibilità dei materiali, in particolare dei filler a base di acido ialuronico, il trattamento offre risultati immediati, personalizzabili e con tempi di recupero minimi[1]. La procedura deve essere eseguita da professionisti esperti, perché l’uso di filler sbagliati o tecniche inadeguate può portare a complicanze come migrazione, noduli o, raramente, occlusioni vascolari[2].

Indice

Introduzione

Definizione e classi di filler

Valutazione del paziente e indicazioni

Procedura e tecniche di iniezione

Complicazioni e gestione

Benefici, limiti e consigli di prevenzione

Riepilogo dei punti chiave

Domande frequenti (FAQ)

Fonti:

 

Introduzione

L’invecchiamento del volto comporta perdita di volume, ridistribuzione del tessuto adiposo, riassorbimento osseo e lassità della pelle, con la conseguente comparsa di solchi profondi (come le pieghe nasolabiali) e un profilo meno definito. Il lifting chirurgico tradizionale rimane l’intervento di riferimento per la correzione di un cedimento marcato, ma sempre più persone ricercano opzioni minimamente invasive.Dal 2019, secondo l’ASPS, si sono eseguite oltre 2,7 milioni di procedure di filler negli Stati Uniti e l’acido ialuronico (HA) ha rappresentato circa l’80% di tutti i filler utilizzati in Europa ed in Italia, sebbene con numeri contenuti, il trend segue la stessa direzione [3][1].

L’HA è una macromolecola naturalmente presente nella pelle che, una volta cross‑linkata, forma gel idrofilici stabili; è biodegradabile, a bassa immunogenicità e può essere rapidamente dissolto con ialuronidasi in caso di necessità [1]. Altri materiali, come l’idrossiapatite di calcio e il polilattico (PLLA), agiscono come biostimolatori: inducono una risposta infiammatoria controllata che attiva i fibroblasti e promuove la neo‑collagenesi[4].

Definizione e classi di filler

Cos’è il lifting liquido

Con il termine lifting liquido si indica una combinazione personalizzata di iniezioni di filler dermici e, spesso, di neuromodulatori (botulino) finalizzata a ripristinare i volumi del volto, rialzare i tessuti e ridurre le rughe senza intervento chirurgico. A differenza di un lifting chirurgico, che solleva i tessuti incidendo e rimuovendo cute e pannicoli, il lifting liquido riempie e rimodella tridimensionalmente il volto attraverso iniezioni strategiche. Spesso si associa al concetto di full‑face approach: anziché trattare solo un singolo difetto (es. labbra o solco nasolabiale), si valuta globalmente la morfologia per ottenere un risultato armonico e naturale[3].

Classificazione dei filler

I filler utilizzati nel lifting liquido sono classificabili in base alla composizione e alla durata dell’effetto. Una revisione narrativa ha evidenziato che:

  • Filler temporanei: comprendono prodotti a base di collagene e acido ialuronico (HA). L’HA è il filler più usato per la sua biocompatibilità e per la possibilità di dissolverlo con l’enzima ialuronidasi[5][6]. La durata dell’effetto varia da 6 a 12 mesi a seconda del grado di cross‑linking, della viscosità e del sito di iniezione.
  • Filler semipermanenti: detti anche biostimolatori, includono l’idrossiapatite di calcio (CaHA), ilpolicaprolattone (PCL) e l’acido poli‑L‑lattico (PLLA). Queste sostanze inducono una risposta fibroblastica che porta alla formazione di collagene endogeno, con risultati visibili per 12–24 mesi[4][5].
  • Filler permanenti: comprendono polimetilmetacrilato (PMMA), polialchilimmide, poliacrilamide e siliconi. Sono raramente usati per il lifting liquido a causa del rischio maggiore di migrazione tardiva e delle difficoltà di rimozione: a differenza dei filler HA, non esiste un enzima in grado di dissolverli, e la loro rimozione richiede procedure invasive[6].

Dal punto di vista fisico, i filler HA possono essere monofasici o bifasici a seconda del processo di produzione. La reologia, cioè le caratteristiche di elasticità (modulo G’) e viscosità, dipende dalla concentrazione di HA, dal peso molecolare e dal grado di cross‑linking. Filler con alto G’ e alta densità di cross‑linking sono indicati per ripristinare volume e lift delle zone più profonde (es. regione zigomatica), mentre filler con basso G’ e minore cross‑linking offrono un effetto di idratazione e migliorano l’elasticità superficiale[7]. La reologia è fondamentale per selezionare il prodotto più adatto e per evitare complicanze come irregolarità o migrazione[7].

Il ruolo dei biostimolatori

Tra i biostimolatori, l’acido poli‑L‑lattico (PLLA) occupa un posto di rilievo. Si tratta di un polimero sintetico e biodegradabile approvato in Europa nel 1999 e negli Stati Uniti nel 2004 per il trattamento della lipoatrofia da HIV[4]. La sua efficacia deriva dall’attivazione di un processo di neo‑collagenesi: le microparticelle di PLLA inducono una risposta infiammatoria controllata che attiva i fibroblasti e porta alla produzione di nuovo collagene[4]. Studi randomizzati controllati hanno mostrato che l’acido polilattico aumenta lo spessore dermico e migliora significativamente la gravità della lipoatrofia, con effetti che possono durare almeno 25 mesi e avversità limitate a ematomi, noduli palpabili e edema temporaneo[4].

Valutazione del paziente e indicazioni

Analisi morfologica e aspettative

Un lifting liquido di successo richiede una valutazione globale del volto: il medico analizza l’osso, il grasso, i legamenti e la pelle, determinando dove si sia verificata la perdita di volume e quali aree necessitino di supporto. Vari sistemi di riferimento, come il punto zigomatico o la misura WIZDOM (ampiezza della distanza zigomatica rispetto al viso), aiutano a pianificare l’aumento volumetrico[3].

Il piano di trattamento deve tener conto dell’età, del sesso, della struttura ossea, dell’elasticità cutanea e delle aspettative del paziente. È importante spiegare che un lifting liquido non sostituisce la chirurgia nelle situazioni di eccesso cutaneo marcato, ma rappresenta un’alternativa efficace per chi desidera migliorare l’armonia del volto con tempi di recupero brevi.

Indicazioni principali

Il lifting liquido è indicato per:

  • Perdita di volume e cedimento mid‑facciale: ripristino della proiezione zigomatica e della pienzza malare.
  • Correzione delle rughe statiche: riempimento dei solchi nasolabiali, commissurali e delle rughe della marionetta.
  • Ridefinizione del profilo mandibolare: miglioramento della linea mandibolare e del mento senza protesi.
  • Prevenzione precoce: in soggetti giovani o di mezza età, l’uso di filler soft e microboli, eventualmente associato a piccole dosi di botulino, può ritardare la comparsa delle rughe dinamiche, riducendo l’iperattività muscolare[8].

Tra le controindicazioni rientrano: gravidanza e allattamento, infezioni cutanee attive o sistemiche, malattie autoimmuni non controllate, coagulopatie, allergia nota al filler o ai suoi componenti, oltre a aspettative irrealistiche. Anche la terapia anticoagulante richiede cautela perché aumenta il rischio di ematomi.

Procedura e tecniche di iniezione

Preparazione e linee guida

Il trattamento inizia con la disinfezione accurata e l’applicazione di anestetico topico o iniettato. L’utilizzo di cannule smusse riduce il rischio di traumi e di iniezione intravascolare rispetto agli aghi affilati, soprattutto nelle aree ad alto rischio (naso, glabella, tempia). È consigliabile praticare l’iniezione seguendo i piani anatomici appropriati (subperiosteo, sottocutaneo, superficiale) e usare il principio del vettore: piccoli boli profondi per la proiezione e microfili superficiali per la transizione[3]. I filler a G’ elevato si usano negli strati profondi per il supporto; quelli a G’ basso nel derma per idratare e migliorare la trama superficiale[7].

La tecnica si articola in:

  1. Iniezione del terzo medio: per riempire le aree zigomatiche e la guancia, restituendo sostegno ai tessuti molli. Filler a medio‑alta viscosità vengono posizionati sul periostio o nel compartimento adiposo profondo.
  2. Correzione del terzo inferiore: ridefinizione della linea mandibolare e del mento con filler a media viscosità. Per il mento si può utilizzare anche CaHA o PLLA per stimolare il collagene.
  3. Ottimizzazione del terzo superiore: eventuale trattamento del contorno orbitario e della fronte con microfiller a bassa densità, associando il botulino per le rughe dinamiche. Il botulino preventivo può ridurre la formazione di rughe dinamiche e, secondo studi preliminari, rimodellare la matrice dermica favorendo la sintesi di collagene[8].

Ogni iniezione deve essere eseguita lentamente, aspirando prima di iniettare per evitare intravascolare, e massaggiando delicatamente per distribuire il prodotto. Nel post‑trattamento si raccomanda di evitare sforzi intensi, calore elevato (saune) e massaggi vigorosi per almeno 48 ore.

Efficacia, durata e tempi di recupero

Gli effetti del lifting liquido sono immediati, ma il risultato finale si stabilizza nel giro di 1–2 settimane quando l’eventuale edema si riduce. La durata dipende dal tipo di filler:

  • Acido ialuronico: le meta‑analisi su RCT hanno mostrato che i filler HA per l’aumento del terzo medio garantiscono un’elevata soddisfazione del paziente e un miglioramento significativo del punteggio estetico (GAIS). I risultati sono generalmente visibili per 6–12 mesi e gli eventi avversi gravi sono rari[3]. La capacità di richiamare acqua conferisce idratazione e turgore immediato, mentre la cross‑linking ne ritarda la degradazione[6].
  • CaHA: le microperle di idrossiapatite sono sospese in un gel acquoso. Offrono un effetto volumizzante immediato e, nel medio periodo (12–18 mesi), stimolano la produzione di collagene. Non possono essere dissolte con enzimi, ma eventuali irregolarità possono essere trattate con diluizione o rimozione meccanica[6].
  • PLLA: studi randomizzati evidenziano che la polilattico aumenta lo spessore dermico e migliora l’elasticità cutanea, con benefici che persistono per almeno 25 mesi[4]. Poiché l’effetto è progressivo, i pazienti percepiscono un miglioramento graduale nell’arco di diversi mesi.

Le tecniche combinate (filler + botulino) possono prolungare i risultati riducendo la contrazione muscolare e limitando lo stress meccanico sulla pelle. La letteratura suggerisce che il botulino utilizzato in modo preventivo riduce l’iperattività muscolare e può ritardare la formazione di rughe[8].

Complicazioni e gestione

Le complicazioni dei filler sono ben documentate e vanno da eventi lievi a potenzialmente gravi. Una revisione sistematica ha elencato i principali effetti avversi: edema, dolore, indolenzimento, intorpidimento, sanguinamento, ecchimosi, eritema, discromie, prurito, noduli, granulomi, infezioni e compromissione vascolare[2]. Gli eventi sono classificabili in:

  • Immediati/precoci (entro 2 settimane): dolore all’iniezione, ecchimosi, edema, arrossamento. Questi risentono della tecnica, della velocità di iniezione e dell’uso di cannule.
  • Ritardati (da 2 settimane a 12 mesi): noduli, granulomi, migrazione del filler e reazioni immunologiche. Il fenomeno della migrazione tardiva è descritto soprattutto con filler permanenti e semipermanenti; si manifesta con rigonfiamenti lontani dal sito iniziale[5].
  • Tardivi (>1 anno): granulomi tardivi e reazioni immunitarie croniche, più frequenti con PMMA e silicone[5].

La compromissione vascolare è l’evento più temuto: l’iniezione intravascolare o la compressione di un’arteria può causare necrosi cutanea o, se coinvolge l’arteria oftalmica, perdita della vista. Le percentuali sono però estremamente basse e la letteratura indica che le complicanze gravi si verificano in meno del 5 % dei casi quando la procedura è eseguita da professionisti esperti[5].

Prevenzione e trattamento delle complicanze

Per minimizzare i rischi, è indispensabile:

  • Conoscenza dell’anatomia: riconoscere le aree vascolari a rischio e usare cannule o aghi di calibro appropriato.
  • Selezione del prodotto: utilizzare filler reversibili (HA) quando possibile. L’HA può essere dissolto tramite ialuronidasi, consentendo la correzione di irregolarità e di occlusioni precoci[5]. I filler permanenti richiedono aspirazione o rimozione chirurgica se si sviluppano noduli persistenti[6].
  • Tecnica attenta: iniettare lentamente, aspirare prima di iniettare, evitare boli voluminosi e massaggiare delicatamente. Pianificare più sessioni con quantità minori riduce il rischio di sovraccarico e migrazione.
  • Gestione tempestiva: riconoscere segni di occlusione (dolore intenso, pallore, livedo reticolare) e trattare con ialuronidasi ad alto dosaggio per HA, massaggio, applicazione di calore e, se necessario, terapie vasodilatanti; inviare immediatamente il paziente a un centro specialistico per trattare una sospetta ischemia oculare.

Benefici, limiti e consigli di prevenzione

Vantaggi del lifting liquido

  • Non invasivo: nessuna incisione, cicatrice o anestesia generale; ritorno alle attività quotidiane in 24–48 ore.
  • Risultati personalizzabili: il medico può modulare volume e forma in base all’anatomia e alle aspettative del paziente; filler diversi possono essere combinati per ottenere effetti sinergici (es. idratazione superficiale + sostegno profondo).
  • Reversibilità: i filler a base di HA possono essere sciolti con ialuronidasi in caso di risultato insoddisfacente o complicanza[5].
  • Stimolo del collagene: l’uso di biostimolatori come PLLA e CaHA promuovono la sintesi di collagene e l’aumento dell’elasticità cutanea[4].

Limiti e considerazioni

  • Durata limitata: i risultati del lifting liquido sono temporanei e richiedono sedute di mantenimento. Un ciclo tipico può prevedere un ritocco ogni 8–12 mesi per l’HA o ogni 12–24 mesi per CaHA e PLLA.
  • Costo cumulativo: le sessioni multiple possono diventare costose rispetto a un lifting chirurgico, sebbene la spesa sia distribuita nel tempo.
  • Rischio di complicazioni: sebbene gli eventi gravi siano rari, è fondamentale affidarsi a professionisti esperti e informare il paziente dei possibili rischi[2].
  • Non corregge l’eccesso cutaneo: il lifting liquido migliora la forma e la qualità cutanea ma non elimina la pelle in eccesso; nei casi di lassità severa può essere necessario un intervento chirurgico.

Prevenzione attraverso lo stile di vita

Il lifting liquido rappresenta un intervento correttivo. Tuttavia, stile di vita e nutrizione giocano un ruolo fondamentale nel mantenere i risultati. Una dieta ricca di antiossidanti, vitamine (A, C, E), acidi grassi essenziali e proteine sostiene la produzione di collagene; l’idratazione adeguata mantiene la pelle elastica. L’attività fisica regolare e il sonno di qualità migliorano la microcircolazione, mentre la protezione solare e l’astensione dal fumo riducono l’invecchiamento fotoindotto. In questo modo si stabilisce un legame virtuoso tra la medicina estetica e la longevità cutanea, fulcro della filosofia Stimolacollagene.

Riepilogo dei punti chiave

Punti essenziali Breve descrizione
Definizione Il lifting liquido combina filler dermici e neuromodulatori per ripristinare i volumi e attenuare le rughe senza chirurgia.
Materiali utilizzati Filler temporanei (acido ialuronico, collagene), semipermanenti (CaHA, PCL, PLLA) e permanenti (PMMA, PAAG, siliconi). L’HA è idrofilico, biodegradabile e reversibile.
Meccanismo d’azione L’HA riempie e idrata immediatamente; CaHA e PLLA stimolano la produzione di collagene nel tempo.
Durata 6–12 mesi per HA; 12–18 mesi per CaHA; fino a 25 mesi per PLLA.
Complicazioni Eventi comuni: edema, ecchimosi, irregolarità, noduli e migrazione; eventi rari ma gravi: occlusioni vascolari e necrosi.
Vantaggi Procedura non invasiva con recupero rapido, risultati immediati e personalizzabili, reversibilità dei filler HA.
Limiti Effetto temporaneo, necessità di ritocchi, costo cumulativo e rischio di complicanze se la tecnica è scorretta.
Prevenzione Alimentazione ricca di antiossidanti, idratazione, attività fisica, protezione solare e astensione dal fumo contribuiscono a mantenere i risultati.

Domande frequenti (FAQ)

Cos’è un lifting liquido e in cosa si differenzia dal lifting chirurgico?

Il lifting liquido è una procedura in cui si iniettano filler dermici e, talvolta, botulino per riempire e sollevare i tessuti del viso senza incisioni. Al contrario, il lifting chirurgico rimuove pelle in eccesso e riposiziona i muscoli attraverso tagli e anestesia generale. Il lifting liquido è meno invasivo, comporta tempi di recupero ridotti ma non elimina la pelle in eccesso e i risultati sono temporanei.

Quali filler vengono utilizzati?

I materiali più comuni sono acido ialuronico, idrossiapatite di calcio (CaHA) e acido poli‑L‑lattico (PLLA). L’acido ialuronico è apprezzato per la sua reversibilità con ialuronidasi, il CaHA e il PLLA agiscono come biostimolatori, stimolando la sintesi di collagene e conferendo un effetto più duraturo. I filler permanenti come il PMMA sono usati di rado per via del rischio di complicanze tardive e della difficoltà di rimozione.

Quanto durano i risultati?

L’acido ialuronico dura in media 6–12 mesi, l’idrossiapatite di calcio 12–18 mesi e il PLLA può mantenere l’effetto per oltre 24 mesi grazie alla neo‑collagenesi. La durata dipende anche dal tipo di prodotto, dall’area trattata, dal metabolismo individuale e dallo stile di vita.

La procedura è dolorosa?

Il dolore è generalmente minimo grazie all’uso di anestetici topici o infiltrazioni di lidocaina. L’acido ialuronico spesso contiene anestetico (lidocaina) nella formula. Si avverte una sensazione di puntura o pressione che dura pochi secondi per ogni iniezione.

È possibile invertire o correggere un filler?

I filler a base di acido ialuronico possono essere disciolti rapidamente mediante iniezione di ialuronidasi, un enzima che degrada l’HA. Questa possibilità costituisce un importante elemento di sicurezza. I filler semipermanenti o permanenti non possono essere sciolti con enzimi e possono necessitare di rimozione chirurgica in caso di complicanze.

Quali sono i rischi più seri?

Tra le complicazioni gravi rientrano le occlusioni vascolari, che possono portare a necrosi cutanea o, raramente, alla perdita della vista se l’iniezione coinvolge l’arteria oftalmica. Per questo è fondamentale che la procedura sia eseguita da medici esperti che conoscano l’anatomia e utilizzino tecniche adeguate.

Chi è un buon candidato per il lifting liquido?

Persone con cedimento moderato e perdita di volume che desiderano un risultato naturale e non vogliono o non possono sottoporsi a chirurgia. L’età non è un fattore esclusivo: anche pazienti giovani possono beneficiare di micro‑trattamenti preventivi. È importante avere uno stato di salute generale buono e aspettative realistiche.

Quante sedute sono necessarie?

Spesso il miglioramento si ottiene in una singola sessione di 1–2 ore. Tuttavia, per risultati graduali o per mantenere l’effetto nel tempo sono consigliate sedute di ritocco ogni 8–12 mesi per l’HA o ogni 1–2 anni per CaHA e PLLA. Il numero di sedute dipende dalla quantità di volume da ripristinare, dal tipo di filler e dalla risposta del paziente.

Fonti:

 

Disclaimer: Questo articolo ha scopo informativo e non sostituisce il parere di un medico o di uno specialista. Prima di sottoporsi a trattamenti estetici come il lifting liquido è consigliabile consultare un professionista qualificato.

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