A cura della Redazione revisionato il 10/11/2022.
Quante tipologie di collagene esistono e quali sono realmente utili a contrastare l’invecchiamento cutaneo? Dagli integratori alla biostimolazione, il mercato fornisce una lunga serie di armi per rallentare l’aging.
Il collagene è la proteina maggiormente presente nei mammiferi rappresentando un quarto di tutte le proteine totali. Ricopre un ruolo fondamentale nelle strutture del tessuto connettivo ovvero in tipologie di tessuto come la pelle, le cartilagini, le ossa, i vasi ed il sangue, nonché in altri tipi di tessuto. Il collagene, con la sua tipica struttura a tripla elica si configura come l’impalcatura strutturale della pelle, oltre che degli altri tessuti, e con l’elastina contribuisce a rendere questi tessuti flessibili, elastici e resistenti alla trazione.
Nel mondo animale sono conosciuti 28 tipi di collagene. Tuttavia, il 90% del collagene presente negli animali è di tipo I. Se si considera che il restante 10% è occupato quasi interamente da collagene di tipo II, III e IV si comprende come la presenza delle altre tipologie di collagene sia limitata ad alcune funzioni circoscritte in particolari tessuti. Come accennato, la struttura più comune del collagene è a tripla elica destrorsa; struttura determinata dall’unità conosciuta come tropocollagene che presenta una tripla elica sinistrorsa. Il collagene, così strutturato, si predispone nei tessuti secondo uno schema a fibre, ovvero l’intelaiatura che sorregge i tessuti.
Dei 28 tipi di collagene conosciuti, la quasi totalità è composta dai primi 4 tipi. Il collagene di tipo I è quello maggiormente presente e che copre un ruolo fondamentale soprattutto perché coinvolti nella salute della pelle, la parte più visibile del corpo. Il degrado o la riduzione del collagene nella pelle porta ad un peggioramento della cute con la perdita di volumi, la formazione di rughe, macchie cutanee ed altri inestetismi.
Le principali differenze tra i diversi tipi di collagene sono:
Il collagene di tipo uno è largamente diffuso nella cute, nei tendini, nei legamenti, oltre che nelle ossa e in gran parte delle diverse tipologie di tessuto connettivo. In questi tessuti la presenza delle fibre di collagene rappresenta un reticolo capace di sorreggere i tessuti e garantire tono ed elasticità alla pelle. Nel corso degli anni il collagene di tipo I tende a diminuire o a degradarsi favorendo la formazione di inestetismi cutanei inclusi nel processo di invecchiamento.
Questo tipo di collagene è presente principalmente nella cartilagine ialina con una disposizione a fibre più larghe rispetto al collagene di tipo I. Fornisce elasticità e resistenza, riveste le articolazioni e, oltretutto, capace di legarsi a molecole di acqua diventando un ottimo lubrificante e un dispositivo di resistenza agli urti.
Il collagene di tipo III è tipico di vene e arterie, dell’intestino, dell’utero, nonché in tutti i tessuti cicatriziali. Questo collagene è responsabile dell’elasticità della pelle, esempio che può essere osservato nella formazione di tessuto cicatriziale in luogo di una lesione. Il collagene di tipo II “lavora” a stretto contatto con il collagene di tipo I con il quale si ritrova all’interno dei tessuti
Il collagene di tipo IV è tipico della lamina basale ovvero quella sottile membrana che collega epidermide e derma. Rappresenta un leggero ma continuo rivestimento in tutta la parte esterna dell’organismo.
Riconosciuto il ruolo del collagene nella lotta all’invecchiamento cutaneo, nel corso degli ultimi anni è diventato uno dei più famosi protagonisti di spot televisivi e pubblicità. Questo aspetto testimonia il ruolo cruciale nel processo di progressivo decadimento della salute della pelle legata all’aging. Quando le fibre collagene sono danneggiate la pelle perde volume, si creano le rughe e si innescano fenomeni di lassità cutanea.
Gli integratori e le cure proposte a base di collagene rappresentano un mercato in continua crescita. Ciononostante, è doveroso precisare che l’integrazione del collagene attraverso gli integratori è molto complessa a causa della struttura stessa de collagene. Quest’ultimo, difatti, ha una struttura a tripla elica, difficile da metabolizzare e scarsamente utile nel derma nei processi di idratazione cutanea. Le soluzioni a base di integratori e creme, dunque, non sono particolarmente indicate e non forniscono i risultati sperati.
Una delle soluzioni più efficaci per ovviare alla difficile metabolizzazione del collagene è il collagene idrolizzato. Questa forma di collagene è ricavata dal collagene di tipo I sottoposto a processi chimici capaci di scomporlo e ridurne il peso molecolare. Gli usi del collagene idrolizzato non si limitano alla medicina estetica e sono noti i benefici nei trattamenti e nelle terapie rivolte ad ossa, tendini, legamenti, cartilagini e a tutti quei processi patologici che coinvolgono questi tessuti.
Assumere collagene tramite integratori o creme, dunque, può non essere la soluzione ideale all’invecchiamento cutaneo. Per produrre effetti rilevanti sulla cute il collagene deve necessariamente essere metabolizzabile facilmente dall’organismo e, soprattutto, utile all’interno dei tessuti. Oltre al collagene idrolizzato, di cui si è discusso, ha preso piede l’uso del collagene ricombinante, una particolare tipologia di collagene a singola elica. Questo ridotto peso molecolare e la singola elica, permettono al collagene ricombinante di aumentare i legami con molecole di acqua all’interno dei tessuti. L’azione si riverbera, inoltre, sul metabolismo dei fibroblasti migliorando nel complesso la salute della cute con la sintesi di componenti fondamentali della matrice extracellulare.
Fonti:
Dott.ssa Michela Piludu