A cura della Redazione revisionato il 10/11/2022.
La xerosi cutanea, o pelle secca, è una condizione comune che colpisce un terzo della popolazione mondiale. La causa principale è la scarsa idratazione cutanea che può essere legata a molteplici fattori. Il collagene, grazie alle sue proprietà, è in grado di combattere la secchezza cutanea favorendo l’idratazione dei tessuti.
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La secchezza cutanea è un disturbo che colpisce la maggior parte degli individui almeno una volta nella vita. Difatti, può presentarsi come condizione transitoria, legata a fattori scatenanti come il freddo o l’eccessiva esposizione solare, nonché farmaci e patologie. Dopo i trent’anni, con l’inizio dell’invecchiamento cutaneo, gli equilibri che permettono una corretta idratazione della pelle iniziano a non funzionare più al meglio. Questa progressiva degradazione delle strutture che preservano il film idrolipidico diventa particolarmente evidente nella terza età quando la secchezza cutanea diventa “cronica”.
La xerosi cutanea è considerata tale quando la percentuale di acqua nello strato corneo della pelle scende al di sotto del 20%. La perdita dell’acqua può essere generata da un ulteriore fattore: una carenza del fattore naturale di idratazione (NMF). Quest’ultimo è un insieme di sostanze capaci di trattenere l’acqua legandosi ad essa. La perdita di questi importanti elementi toglie l’impalcatura per “sostenere” il complesso delle strutture cutanee, con il conseguente cedimento e la creazione degli inestetismi più comuni e delle rughe.
La xerosi cutanea è causata principalmente da una alterazione del film idrolipidico che protegge la cute. Grazie a questa sottile pellicola, lo strato corneo della pelle riesce a trattenere l’acqua necessaria a mantenere sana la pelle attraverso i normali processi fisiologici. L’alterazione del film idrolipidico può generare a partire da fattori esogeni o endogeni. I più comuni fattori scatenanti possono essere ricondotti a condizioni climatiche particolari, uso di detergenti aggressivi o l’uso di cosmetici di scarsa qualità.
Discorso a parte è quello riguardante le cause scatenanti riconducibili a patologie specifiche, disturbi psichiatrici, a deficit vitaminici causati da malnutrizione o cattive abitudini alimentari. Il quadro clinico legato a tali condizioni è molto più complesso da districare e non sempre con una soluzione efficace ed immediata. In questi casi, il disturbo può evolversi fino a comprendere altri sintomi, come la desquamazione cutanea ad esempio.
Un fattore scatenante particolarmente importante è quello legato all’invecchiamento cutaneo, un processo che inizia a presentare il conto già dopo i trent’anni con la comparsa delle prime rughe e la progressiva perdita di tonicità cutanea. Il collagene, in questo processo, gioca un ruolo cruciale: la sua presenza inizia a ridursi dopo i 25 anni ed allo stesso tempo subisce un processo di degradazione irreversibile. Le fibre di collagene perdono la loro capacità di “sorreggere” la cute provocando le rughe e tutti gli altri effetti dell’aging.
Le rughe sono una delle principali conseguenze dell’invecchiamento. Si formano sulla pelle secca che ha perso l’elasticità ed il tono, quegli aspetti legati alla presenza di elastina e collagene. L’elastina è una proteina che consente ai tessuti di mantenersi elastici e di ritornare nella loro posizione di partenza senza alcun problema. Le fibre collagene, invece, sono l’impalcatura che consente alla pelle di mantenere un dato tono. La diminuzione di queste proteine provoca la formazione delle rughe.
Detto in parole povere, la diminuzione della quantità di collagene, oltre al calo qualitativo, toglie allo strato corneo e all’epidermide le fondamenta e genera, dunque, la formazione delle rughe. Il processo fisiologico è molto più complesso e chiama in causa altre proteine e sostanze nonché il lavoro svolto dai fibroblasti, le tipiche cellule del tessuto connettivo in grado di produrre il collagene.
Negli ultimi anni, la ricerca ha sperimentato con successo il valore del collagene ricombinate che al contrario della naturale conformazione a tripla elica, ha una sola elica altamente idrofila. Questa caratteristica consente al collagene di formare numerosi legami chimici attirando a sé considerevoli quantità di acqua. Inoltre, la presenza di una sola elica viene percepita come un “danno” tanto da innescare la produzione di nuove fibre collagene. L’utilizzo di collagene ricombinante, insieme a prodotti capaci di ripristinare o proteggere il film idrolipidico, rappresenta la frontiera dei nuovi trattamenti oltre che una soluzione ai limiti di trattamenti, creme e integratori a base di collagene.
Le metodiche per aumentare i livelli di collagene sono principalmente legate all’assunzione di integratori, l’utilizzo di creme e gel ad uso topico, nonché la stimolazione dei fibroblasti mediante trattamenti laser, radiofrequenza, carbossiterapia ed affini. Il problema si pone, però, con la difficoltà del collagene di essere metabolizzato con l’alimentazione o per azione transdermica a causa della sua pesante struttura chimica. I trattamenti di medicina estetica stimolano l’azione dei fibroblasti con una conseguente produzione di collagene ed elastina ma in misura minore rispetto ai risultati garantiti dal collagene ricombinate.
Fonti:
Dott.ssa Maria Sofia Magistrato