Collagene e unghie: rimedi contro fragilità e rottura

15 Settembre 2025 Autore: Redazione
La fragilità delle unghie è un disturbo comune nella popolazione generale e l’incidenza aumenta con l’età, l’esposizione ripetuta ad acqua e detergenti, l’uso di solventi e manicure aggressive. Le alterazioni più frequenti comprendono sfaldamento lamellare, fessurazioni longitudinali e tendenza alla rottura, con impatto funzionale (dolore, limitazioni nelle attività manuali) ed estetico. Fattori sistemici come squilibri nutrizionali, patologie cutanee o disendocrinie possono contribuire al quadro clinico e vanno considerati nel ragionamento diagnostico.
L’interesse medico e cosmetologico è elevato: da un lato, si cercano strategie preventive e terapeutiche a basso rischio; dall’altro, si approfondiscono i meccanismi biologici che collegano la qualità del tessuto di sostegno e l’integrità della lamina. In quest’ottica, un approccio efficace combina protezione dalle aggressioni esterne, ottimizzazione dello stato nutrizionale e interventi mirati quando indicati, con aspettative realistiche sui tempi di risposta delle unghie fragili.
“Le unghie migliorano con protocolli costanti e multifattoriali: protezione, idratazione, nutrizione mirata e tempi di crescita fisiologici.”
Cos’è e come funziona: anatomia e biologia dell’unghia
Con fragilità ungueale si indica un insieme di alterazioni strutturali della lamina di cheratina (onicorressi, onicoschizia, ridotta coesione) che si manifestano come rotture ricorrenti, sfaldamento e perdita di lucentezza. La lamina è prodotta dalla matrice ungueale; la sua crescita e resistenza dipendono dalla corretta cheratinizzazione e dal supporto del letto ungueale e dei tessuti periungueali. In queste componenti dermiche, la matrice extracellulare, ricca di fibre collagene, contribuisce alla distribuzione delle forze e alla stabilità meccanica.
A livello microstrutturale, la coesione della lamina è influenzata da:
- contenuto idrico e legami tra macrofibrille di cheratina;
- integrità lipidica superficiale (barriera contro la disidratazione/osmolarità);
- qualità del connettivo sottostante (collagene ed elastina) che stabilizza l’interfaccia lamina–letto;
- microtraumi ripetuti e agenti chimici che alterano i legami intercellulari.
Il risultato clinico è una riduzione della resistenza a flessione e torsione, con maggiore suscettibilità a scheggiature e fratture distali. Con l’invecchiamento, cambiamenti nella composizione della matrice extracellulare e nella vascolarizzazione del letto possono rallentare la crescita e peggiorare la qualità della lamina.
Fattori sistemici (es. carenze di ferro o zinco, disfunzioni tiroidee, dermatosi come eczema o psoriasi) agiscono da cofattori, mentre abitudini quotidiane come l’esposizione frequente e prolungata ad acqua e detergenti, solventi aggressivi e limature eccessive aggravano il danno meccanico. In sintesi, la fragilità è multifattoriale e nasce dall’interazione tra processi biologici (cheratinizzazione e matrice di supporto) ed esposizioni ambientali; per questo la correzione dei fattori esterni e l’ottimizzazione dello stato generale sono il primo passo razionale prima di qualunque integrazione o trattamento specifico.
Come entra in gioco il collagene
Il collagene non è un costituente principale della lamina (dominata da cheratine dure), ma è cruciale nei tessuti connettivi periungueali e nel letto, che ospita il microcircolo e la matrice extracellulare. L’interesse clinico per il collagene idrolizzato (peptidi) si fonda su due possibili meccanismi d’azione:
- Indiretta (sistemica): i dipeptidi ricchi in idrossiprolina, assorbiti dopo ingestione, possono modulare il metabolismo dei fibroblasti nei tessuti connettivi, migliorando l’ambiente trofico dell’unità ungueale.
- Sinergica con nutrienti chiave: vitamina C (cofattore della prolil- e lisil-idrossilasi), aminoacidi solforati (cisteina per le cheratine), zinco e ferro sono determinanti per la sintesi proteica e la qualità della lamina.
“Il collagene può aiutare in alcuni casi di fragilità ungueale, ma non sostituisce la correzione delle cause e richiede mesi per mostrare effetti.”
Fattori e cause di fragilità: cosa valutare prima di intervenire
Prima di attribuire la fragilità a “mancanza” di collagene, è fondamentale esplorare le cause più comuni e correggibili:
- Traumi e particolari professioni: digitazione, strumenti musicali, sport, lavori manuali; lavaggi frequenti, contatto prolungato con acqua/detergenti.
- Cosmetica aggressiva: rimozione di smalti/gel con acetone o limature eccessive; indurenti con formaldeide; ricostruzioni ripetute.
- Dermatosi e infezioni: psoriasi, eczema, lichen planus; onicomicosi.
- Carenze/condizioni sistemiche: ferro, zinco, ipotiroidismo, squilibri ormonali, dieta ipoproteica.
- Farmaci e abitudini: retinoidi sistemici, chemioterapici; fumo.
Una valutazione dermatologica è indicata in presenza di dolore, deformità progressive, discromie sospette o quando le unghie dei piedi sono coinvolte (maggiore rischio di onicomicosi).
Cosa sappiamo sul collagene per le unghie
La letteratura disponibile su peptidi di collagene e unghie è più limitata rispetto a quella sulla pelle. In uno studio clinico in aperto, l’assunzione quotidiana di 2,5 g di specifici bioactivecollagenpeptides(peptidi di collagene idrolizzato)per 24 settimane è stata associata a incremento del tasso di crescita, riduzione delle rotture e miglioramento globale della fragilità riferito dal medico e dalle pazienti. I risultati, incoraggianti, vanno interpretati considerando i limiti metodologici (assenza di controllo, campione piccolo). Le review più recenti sul tema della fragilità ungueale includono il collagene fra i possibili coadiuvanti, ma sottolineano l’importanza di un approccio multimodale e della correzione delle cause secondarie.
Parallelamente, la letteratura su biotina e micronutrienti mostra benefici in sottogruppi, soprattutto in caso di deficit documentati; l’evidenza resta eterogenea e non sempre controllata. Il messaggio pratico: prima di integrare “a tappeto”, conviene valutare il quadro clinico e nutrizionale.
Benefici attesi da un approccio integrato
Un protocollo razionale combina protezione meccanica, idratazione della lamina, correzione dei fattori scatenanti e, quando appropriato, supplementazione:
- Protezione:utilizzo di guanti durante i lavori domestici, limitazione dell’esposizione frequente e prolungata ad acqua e detergenti, scelta di solventi delicati ed evitati quelli aggressivi come routine.
- Idratazione/ricostituzione: creme/lacche con umettanti (glicerina), urea a basse concentrazioni, derivati filmogeni; taglio regolare e limatura delicata, evitando movimenti
- Nutrizione mirata: apporto proteico adeguato; vitamina C, zinco, ferro (se carenti); aminoacidi solforati (cisteina/metionina) tramite dieta.
- Collagene peptidico: può essere considerato come coadiuvante in quadri idiopatici o in chi non tollera altre strategie, con aspettative realistiche sui tempi.
Controindicazioni, effetti collaterali e cautele
I peptidi di collagene hanno un profilo di sicurezza generalmente favorevole. I possibili effetti negativi si limitano a lieve dispepsia o gonfiore. Attenzione alle allergie se l’origine è ittica o bovina. In pazienti con patologie croniche o diete particolari, è prudente un confronto con il curante. Ricordare che alte dosi di biotina (se assunte parallelamente) possono interferire con alcuni esami di laboratorio (es. ormoni tiroidei, troponina): comunicare sempre eventuali integratori al laboratorio/medico.
Conclusioni
La fragilità ungueale è un problema comune, spesso multifattoriale, che richiede un approccio strutturato: identificare e correggere le cause, proteggere e idratare la lamina, ottimizzare l’apporto nutrizionale e, nei casi appropriati, considerare i peptidi di collagene come coadiuvanti. Le evidenze sul collagene sono promettenti ma non definitive; per massimizzare i risultati occorrono aspettative realistiche, continuità del trattamento e monitoraggio clinico. La chiave resta un protocollo integrato e personalizzato, orientato a protezione, ricostituzione e tempi biologici di crescita.
Fonti:
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Domande frequenti su collagene ed unghie
- Il collagene “fa crescere” le unghie più in fretta?
Può associarsi a un lieve incremento del tasso di crescita e a meno rotture in alcuni soggetti, ma l’effetto non è universale e dipende dal contesto clinico e dall’aderenza al protocollo.
- Quanto tempo serve per vedere risultati?
Generalmente 3–6 mesi, in linea con la velocità di crescita fisiologica della lamina. Servono pazienza e costanza.
- Meglio collagene marino o bovino?
La chiave è la qualità del peptide (profilo dipeptidico/tri-peptidico e purezza), non solo la specie d’origine. Scegliere prodotti trasparenti su origine e standard di produzione; considerare allergie note.
- Ha senso associare biotina?
Può essere utile se c’è carenza o in quadri selezionati; evitare dosi elevate senza indicazione e considerare il potenziale di interferenza con alcuni esami.
- Le lacche rinforzanti funzionano?
Alcune formulazioni filmogene possono migliorare l’aspetto e ridurre lo sfaldamento se usate con regolarità; vanno scelte con criterio ed evitate quelle a base di formaldeide.