Carbossimetilcellulosa in medicina estetica

25 Gennaio 2023 1
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Autore:  Redazione

Utilizzata in diversi ambiti, dall’industria alimentare alla farmaceutica, la carbossimetilcellulosa trova numerosi impieghi grazie alle sue proprietà chimiche e alla sua biocompatibilità. In medicina estetica il principale utilizzo della carbossimetilcellulosa è in alcuni filler nonché in fili riassorbibili utilizzati per il lifting facciale. Sebbene assolutamente biocompatibile, ha una durata elevata nei tessuti grazie all’assenza della cellulasi necessaria per un approccio enzimatico al composto.

CHE COS’È LA CARBOSSIMETILCELLULOSA – La carbossimetilcellulosa o CMC è un polimero derivante dalla cellulosa con formula chimica C8H16O8. La sostanza è largamente utilizzata nell’industria alimentare, nell’industria farmaceutica e nel settore dei cosmetici. Nell’industria alimentare è uno stabilizzante e un addensante: è noto, ad esempio, il suo utilizzo per la stabilizzazione tartarica nei vini. È facilmente reperibile in commercio come componente di molti gel per massaggi, per cosmetici e detergenti di varia natura, grazie alle sue proprietà viscose.

Nell’ambito della medicina estetica, la carbossimetilcellulosa è impiegata per la sua biocompatibilità che permette un utilizzo nei tessuti senza alcun rischio per la salute ed un lento grado di degradazione e metabolizzazione da parte dell’organismo che prolunga gli effetti di trattamenti come i filler dai 6 ai 12 mesi. La sostanza è di norma processata dal relativo enzima, la cellulasi, che tuttavia è assente negli esseri umani per cui ha una maggiore durata iniettato nei tessuti.

Grazie alla loro viscosità e alla capacità di preservare la giusta quantità di acqua, i filler contenti carbossimetilcellulosa hanno un consistente effetto volumizzante unito ad una stabilità nel tempo difficile da riscontrare in altri prodotti biocompatibili e assolutamente naturali. La carbossimetilcellulosa, garantendo l’ambiente ottimale all’acido ialuronico e al collagene, permette una maggiore efficienza cellulare con un conseguente aumento della produzione di collagene ed elastina ed un generale miglioramento delle condizioni della cute.

Un ulteriore utilizzo della carbossimetilcellulosa è nella produzione di medicazioni sterili antimicrobiche per lesioni infette o a rischio infezione.

APPLICAZIONI IN MEDICINA ESTETICA – L’utilizzo principale della carbossimetilcellulosa in medicina estetica è nei filler dermici dove va a completare l’apporto dato da altre sostanze, come il collagene ricombinante o l’acido ialuronico, ad esempio. Le sue proprietà viscose la vedono impiegata anche come “base contenitiva” per le altre sostanze utilizzate nei fillers come il policaprolattone, l’acido ialuronico, ecc.

I processi che portano alla formazione di neocollagene attraverso la CMC, non essendo di tipo infiammatorio, danno origine a collagene di tipo I principale componente del derma e responsabile della sua salute. Questo aspetto è fondamentale per assicurare un risultato naturale e preservando l’elasticità e la morbidezza della cute. Oltre ciò, la CMC inibisce parzialmente la ialuronidasi preservando anche l’acido ialuronico e l’equilibro idrico correlato.

Riassumendo, la carbossimetilcellulosa è impiegata in medicina estetica per le sue proprietà “riempitive” ovvero la capacità di donare volume ai tessuti per un periodo di tempo relativamente lungo e fungere da “mezzo” per le altre sostanze preservandole nel tempo e permettendone un’azione graduale e duratura.

Tra i tanti utilizzi, la carbossimetilcellulosa è impiegata per curare condizioni dell’occhio come la xeroftalmia o semplici xerosi. Le lacrime artificiali, difatti, possono contenere carbossimetilcellulosa o altri derivati della cellulosa come l’idrossipropilmetilcellulosa o l’idrossipropilcellulosa.

LA CARBOSSIMETILCELLULOSA È SALUTARE? – La carbossimetilcellulosa è un prodotto derivante dalla cellulosa e del tutto naturale. Possiede un alto livello di biocompatibilità e dunque assolutamente non dannosa per la salute. L’utilizzo della sostanza, in modo prolungato e incontrollato, per via orale, ha evidenziato un’azione considerevole sulla flora intestinale, il metabolismo e le infiammazioni croniche del colon. Per quanto riguarda il prodotto dispensato all’interno di filler, il suo utilizzo è assolutamente sicuro e privo di rischi.

Il prodotto è certificato dall’Istituto Superiore di Sanità e dai principali organi di controllo europei e nordamericani come la FDA statunitense.

FUNZIONE ANTIBATTERICA DELLA CMC – Diversi studi hanno attestato l’attività antibatterica della carbossimetilcellulosa e fornito le prove dell’efficacia e della sicurezza della sostanza per applicazioni biomediche. Oltre all’utilizzo nel settore alimentare e in ambito medico nella produzione di medicazioni sterili antimicrobiche, la carbossimetilcellulosa rende maggiormente sicuro l’uso di filler con tale sostanza, preservando il sito dell’iniezione da possibile proliferazione batterica. Le sue caratteristiche consentono la somministrazione di tali filler senza alcun test per verificarne la tollerabilità nei pazienti.

Fonti:

  • Mehdi Yadollahi et al, Synthesis and characterization of antibacterial Carboxymethylcellulose/CuO bio-nanocomposite hydrogels, International Journal of Biological Macromolecules, Vol. 73, pp. 109-114, 2015.
  • Dongyng Hu, Haixia Wang, Lijuan Wang, Physical properties and antibacterial activity of quaternized chitosan/carboxymethyl cellulose blend film, LWT – Food Science and TechnologyVolume 65, pp. 398-405, January 2016.
  • Bernard Mole, Tecniche adiuvanti di ringiovanimento del viso, EMC – Tecniche chirurgiche – Chirurgia plastica, Ricostruttiva ed Estetica, Vol. 16, Issue 1, 2018 pp. 1 – 22.
  • Francesco Rossi et al, Farmacologia. Principi di base ed applicazioni terapeutiche. Minerva Medica, 2019.
  • Franco Vercesi, Ringiovanimento delle mani mediante filler a lunga durata a base di policaprolattone. La Medicina Estetica, Anno 39 n°4, Ottobre – Dicembre 2015.
  • Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.

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