Giuggiole (Ziziphus jujuba): caratteristiche, valori nutrizionali, proprietà e controindicazioni

23 Settembre 2025 Autore: Redazione
Le giuggiole sono i frutti della pianta Ziziphus jujuba, specie arborea della famiglia delle Rhamnaceae, coltivata da secoli dall’Asia all’area mediterranea e presente anche in Italia (soprattutto in orti storici e piccoli frutteti). L’interesse nutrizionale e fitonutrizionale per questo frutto è cresciuto negli ultimi anni grazie al profilo compositivo peculiare: contenuto di vitamina C, polifenoli (flavonoidi, acidi fenolici), triterpeni e polisaccaridi con attività biologiche indagate in letteratura.
Dal punto di vista gastronomico, le giuggiole si consumano fresche a piena maturazione o essiccate; in alcune tradizioni locali vengono trasformate in sciroppi e infusi (da cui l’espressione “andare in brodo di giuggiole”).
In ambito biomedico e nutrizionale, la specie è studiata come alimento funzionale potenziale, con ricerche su proprietà antiossidanti, modulazione di alcuni parametri metabolici e possibili effetti sul benessere gastrointestinale. Le evidenze disponibili sono eterogenee per qualità metodologica e ambito (preclinico/clinico), per cui è opportuno presentare un quadro equilibrato e basato su fonti scientifiche.
“Frutto tradizionale e oggetto di rinnovata attenzione scientifica, la giuggiola combina micronutrienti e fitocomposti di interesse in un alimento a bassa densità energetica.”
Cosa sono le giuggiole
Ziziphus jujuba è un alberello/spineto caducifoglio che produce drupe tondeggianti o allungate. La polpa è croccante nelle fasi iniziali di maturazione e più farinosa/zuccherina in piena maturità o dopo essiccazione. Il profilo biochimico del frutto include:
- Vitamina C (acido ascorbico): variabile per cultivar, clima e stadio di maturazione; nei frutti freschi sono riportati livelli medi indicativi intorno a qualche decina di mg/100 g, con picchi più elevati in alcune varietà.
- Polifenoli (rutina, quercetina glicosidi, catechine, proantocianidine) e acidi triterpenici (ad es. acido oleanolico, betulinico) con attività antiossidanti e anti-radicaliche in vitro.
- Polisaccaridi pectinici e neutri con potenziale azione immunomodulante e antiossidante documentata in modelli sperimentali.
- Minerali (potassio in primis) e piccole quantità di vitamine del gruppo B.
- Tracce di adenosina monofosfato ciclico naturalmente presente, più descritta in letteratura rispetto ad altri frutti.
Il funzionamento nutrizionale si articola su più livelli: l’apporto di vitamina C contribuisce alla protezione dallo stress ossidativo e al normale metabolismo energetico; sul piano strutturale l’ascorbato è cofattore di prolil- e lisil-idrossilasi, enzimi indispensabili per l’idrossilazione degli aminoacidi e la stabilizzazione dell’elica del collagene. I polifenoli esercitano attività antiossidante e chelante che può modulare specie reattive dell’ossigeno; i polisaccaridi mostrano, in modelli preclinici, effetti su marcatori infiammatori e immunitari. Si tratta, tuttavia, di meccanismi osservati soprattutto in vitro o in vivo su animali, per cui l’estrapolazione all’uomo richiede cautela.
Indicazioni principali (ambiti d’uso alimentare e interesse biomedico)
Sul piano dietetico, le giuggiole si considerano frutti a bassa energia e buona densità micronutrizionale, utili nella varietà stagionale della frutta. Il consumo è indicato:
- come frutto fresco a merenda o fine pasto, soprattutto nelle fasi di maggiore contenuto in vitamina C;
- come frutto essiccato in piccole porzioni, tenendo conto della concentrazione di zuccheri;
- in preparazioni tradizionali (marmellate, sciroppi, infusi), preferendo ricette con ridotto tenore di zuccheri aggiunti.
Dal punto di vista della ricerca biomedica, gli ambiti più studiati includono:
- Attività antiossidante: documentata in estratti e matrici del frutto (polpa, buccia), con variazioni legate alla cultivar e ai processi di essiccazione.
- Metabolismo lipidico e glucidico: alcuni studi preliminari, inclusi trial su popolazioni selezionate, riportano segnali favorevoli su parametri lipidici o glicemici; l’entità dell’effetto e la possibilità di estendere i risultati restano oggetto di verifica in studi più ampi e controllati.
- Benessere gastrointestinale: grazie a fibre e pectine, oltre a impieghi tradizionali in tisane/decotti; le prove cliniche sono ancora limitate.
- Supporto indiretto ai tessuti ricchi di collagene: non per un’azione “stimolante” diretta del frutto sul collagene, ma per l’apporto di vitamina C, cofattore essenziale nella biosintesi del collagene e nel mantenimento di cartilagini, gengive e pelle in condizioni fisiologiche.
In assenza di patologie specifiche, l’impiego alimentare rientra nelle normali linee di una dieta varia; eventuali usi “funzionali” richiedono sempre valutazione critica della letteratura e personalizzazione nutrizionale.
Valori nutrizionali e composizione (100 g di frutto fresco)
I dati riportati nelle principali banche dati e revisioni indicano valori medi orientativi (possono variare in base a cultivar, maturazione e condizioni pedoclimatiche):
Nutriente | Quantità indicativa per 100 g |
Energia | ~ 79 kcal |
Acqua | ~ 78 g |
Carboidrati totali | ~ 20 g |
Zuccheri | variabili (prevalenti nei frutti maturi/essiccati) |
Fibre | ~ 1–3 g (in parte pectine) |
Proteine | ~ 1 g |
Grassi | ~ 0,2 g |
Vitamina C | ~ 60–70 mg (con ampie variazioni tra cultivar e stadi) |
Potassio | ~ 200–300 mg |
Ferro | ~ 0,3–0,8 mg |
Nel prodotto essiccato aumentano energia e carboidrati per concentrazione (oltre 250–280 kcal/100 g), mentre la vitamina C può ridursi in base al metodo di essiccazione. Per un confronto tra cultivar e tecniche di lavorazione, la letteratura riporta differenze marcate nei polifenoli e nell’attività antiossidante.
“La giuggiola fresca fornisce energia moderata e un apporto di vitamina C comparabile (o superiore) a molti agrumi, con polifenoli variabili ma spesso concentrati nella buccia.”
Usi, forme e preparazioni
Nel contesto alimentare e tradizionale:
- Fresco: consumo diretto; interesse per la fase di maturazione che massimizza croccantezza e tenore di vitamina C.
- Essiccato: snack dolce naturale; porzionamento consigliabile per il carico zuccherino.
- Infusi, sciroppi, confetture: attenzione ai zuccheri aggiunti; si preferiscono ricette a ridotto impatto glicemico.
- Cucina: impiego in ripieni, pani dolci o piatti agrodolci.
Suggerimenti pratici (in ottica nutrizionale):
- privilegiare il consumo fresco per massimizzare la vitamina C e limitare zuccheri concentrati;
- associare la giuggiola a fonti di ferro non-eme (legumi, cereali integrali) poiché la vitamina C ne favorisce l’assorbimento;
- per preservare composti termolabili, limitare cotture prolungate e alte temperature.
Potenziali proprietà e meccanismi d’azione (sintesi della letteratura)
- Antiossidante: i polifenoli e la vitamina C contribuiscono alla neutralizzazione delle specie reattive dell’ossigeno; l’attività dipende da cultivar, parte del frutto (buccia vs polpa) e processi tecnologici.
- Immunomodulante e anti-infiammatoria (preclinica): polisaccaridi pectinici e alcuni triterpeni mostrano modulazione di citochine e vie di segnalazione (es. NF-κB) in modelli cellulari e animali.
- Metabolica: dati pilota suggeriscono effetti su lipidi e/o glicemia in contesti selezionati; sono necessari trial più ampi e standardizzati.
- Tessuti connettivi e pelle: il contributo è indiretto e legato alla vitamina C, cofattore nella idrossilazione di prolina e lisina e nella stabilizzazione della tripla elica del collagene. La qualità della dieta complessiva resta determinante.
Controindicazioni, interazioni ed effetti collaterali
Il consumo alimentare della giuggiola è generalmente ben tollerato. È comunque opportuno considerare:
- Allergia e cross-reattività: esistono segnalazioni di reazioni allergiche e cross-reattività con lattice in specie affini (in particolare Ziziphus mauritiana). In presenza di allergia al lattice o a frutti botanicamente correlati, conviene valutare prudenzialmente l’introduzione.
- Diabete e controllo glicemico: i frutti freschi hanno carico moderato; quelli essiccati sono più zuccherini. Alcuni studi riportano effetti metabolici favorevoli in contesti controllati, ma per chi segue terapie ipoglicemizzanti è consigliabile il monitoraggio della glicemia e il porzionamento.
- Farmaci anticoagulanti/antiaggreganti: per quanto i dati siano principalmente preclinici, la presenza di composti con attività anti-aggregante suggerisce cautela in caso di terapie anti-coagulanti; si raccomanda la valutazione del medico.
- Gravidanza e allattamento: non vi sono controindicazioni specifiche per il consumo alimentare normale; l’uso di estratti/concentrati non standardizzati non è raccomandato senza parere sanitario.
- Conservazione e sicurezza: il frutto può essere suscettibile a muffe in condizioni di stoccaggio inadeguate; occorre preferire filiere sicure e conservazione corretta, scartando frutti ammuffiti o deteriorati.
Cosa ricordare a proposito delle giuggiole
Le giuggiole sono un frutto tradizionale a basso apporto calorico e ricco di vitamina C, con una dotazione di polifenoli e polisaccaridi oggetto di interesse scientifico. Le possibili proprietà benefiche emergono soprattutto da studi preclinici e da piccoli trial in specifiche popolazioni; pertanto, il loro consumo va considerato all’interno di una dieta varia ed equilibrata, senza attribuire effetti terapeutici autonomi. Per il sostegno ai tessuti connettivi, il contributo è nutrizionale (ascorbato come cofattore del collagene) e dipende dalla qualità complessiva dell’alimentazione. Attenzione a allergie, al maggiore carico zuccherino del prodotto essiccato e a eventuali interazioni in caso di terapie specifiche.
Fonti
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- Popstoyanova D, Gerasimova A, Gentscheva G, et al. Ziziphus jujuba: Applications in the Pharmacy and Food Industry. Plants. 2024;13(19):2724. DOI: https://doi.org/10.3390/plants13192724
- DePhillipo NN, Aman ZS, Kennedy MI, et al. Efficacy of Vitamin C Supplementation on Collagen Synthesis and Oxidative Stress After Musculoskeletal Injuries: A Systematic Review. Orthop J Sports Med. 2018;6(10):2325967118804544. DOI: https://doi.org/10.1177/2325967118804544
FAQ – Domande frequenti sulle giuggiole
Le giuggiole sono davvero così ricche di vitamina C?
Sì: il tenore è generalmente elevato rispetto ad altri frutti freschi, ma varia molto con cultivar, clima e maturazione; sono state riportate sia medie nell’ordine di decine di mg/100 g sia valori più alti in varietà specifiche.
Meglio fresche o secche?
Dipende dall’obiettivo: il fresco preserva vitamina C e ha meno zuccheri per porzione; l’essiccato è più energetico e zuccherino (da consumare in piccole quantità).
Le giuggiole “fanno bene alla pelle”?
Non esiste un effetto cosmetico diretto del frutto; l’eventuale supporto è nutrizionale, tramite la vitamina C che contribuisce alla normale sintesi del collagene. L’effetto reale dipende dall’alimentazione complessiva e dallo stile di vita.
Ci sono rischi di allergia?
Sono descritte reazioni allergiche e possibili cross-reattività con lattice in specie affini. In caso di allergia nota al lattice o ad altri frutti con cross-reattività, è prudente la valutazione medica.
Che cos’è il “brodo di giuggiole”?
È un preparato dolce tradizionale a base di giuggiole mature o sciroppate; si raccomanda attenzione al contenuto in zuccheri aggiunti.