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Integrazione del collagene e miti da sfatare

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3 Settembre 2025 Autore: Redazione

L’integrazione di collagene è diventata una delle pratiche più diffuse nella medicina estetica, nella dermatologia preventiva e nei protocolli di supporto per la salute articolare e ossea. La crescente presenza di prodotti contenenti peptidi di collagene idrolizzato – capsule, polveri, bevande funzionali – ha suscitato un notevole interesse da parte del pubblico, spinto da campagne pubblicitarie, influencer e presunte “formule miracolose” per contrastare l’invecchiamento.

Tuttavia, nonostante l’ampia diffusione, molte delle credenze legate al collagene non trovano riscontro nella letteratura scientifica. Alcune affermazioni risultano fuorvianti, mentre altre si basano su evidenze parziali o su generalizzazioni eccessive. Sono stati presi in considerazione cinque dei miti più ricorrenti relativi all’integrazione del collagene, offrendo una revisione critica basata su dati clinici, studi randomizzati e pubblicazioni peer-reviewed, con l’obiettivo di chiarire cosa è supportato dalla scienza e cosa no.

“Il collagene idrolizzato contiene peptidi bioattivi capaci di stimolare la produzione endogena.”

Mito 1: “Tutti i tipi di collagene sono uguali”

Una convinzione errata ma ancora molto diffusa è che esista un solo tipo di collagene. In realtà, il collagene è una superfamiglia proteica che comprende almeno 28 isoforme diverse, ciascuna con funzioni e distribuzione tessutale specifica. I più rilevanti per l’uso integrativo e clinico sono:

  • Tipo I, presente in alta concentrazione in pelle, tendini, legamenti e osso;
  • Tipo II, principale componente della cartilagine articolare;
  • Tipo III, localizzato nel derma reticolare, nei vasi sanguigni e negli organi viscerali.

Gli integratori di collagene contengono quasi sempre collagene di tipo I (talvolta combinato con tipo III), derivato da fonti bovine o marine e sottoposto a processi di idrolisi per facilitarne l’assorbimento intestinale. Tuttavia, ogni tipo  ha specificità biologiche diverse: ad esempio, quello utile per migliorare l’elasticità cutanea potrebbe non essere indicato per il supporto articolare in caso di artrosi.

Una supplementazione efficace dipende dunque dalla selezione del tipo corretto di collagene, in base all’obiettivo clinico o cosmetico.

Tabella – Tipi principali di collagene e relative applicazioni

Tipo di Collagene Localizzazione prevalente Indicazioni principali
Tipo I Pelle, tendini, ossa Anti-aging cutaneo, osteoporosi
Tipo II Cartilagine Artrosi, supporto articolare
Tipo III Pelle, vasi, organi viscerali Supporto vascolare e tissutale

 

Mito 2: “Il collagene assunto per bocca viene tutto distrutto”

Una delle obiezioni più frequenti all’uso di integratori orali  è legata alla digestione proteica: si ritiene che, una volta ingerito venga completamente degradato in amminoacidi non specifici, perdendo così qualsiasi funzione biologica mirata. Questa affermazione, tuttavia, è parzialmente inaccurata e non considera i risultati degli studi più recenti sull’assorbimento dei peptidi bioattivi derivati dall’idrolisi del collagene.

Il collagene idrolizzato (o idrolisato di collagene) è sottoposto a un processo enzimatico che lo frammenta in peptidi a basso peso molecolare, come Pro-Hyp e Gly-Pro-Hyp, capaci di attraversare la barriera intestinale e di comparire nel circolo ematico entro poche ore dall’assunzione. Diversi studi in vivo su modelli animali e umani hanno rilevato la presenza di questi peptidi nel sangue e nei tessuti, dove sembrano attivare i fibroblasti dermici e stimolare la sintesi di nuovo collagene endogeno.

È importante precisare che non tutto il collagene ingerito mantiene questa attività, e che l’efficacia varia in base a:

  • Origine (marino, bovino, suino);
  • Grado di idrolisi (cioè quanto è stato frammentato);
  • Dosaggio giornaliero (in genere ≥2,5 g per effetto cutaneo);
  • Durata dell’integrazione (almeno 8–12 settimane).

In sintesi, quello ingerito non viene semplicemente “distrutto”, ma convertito in peptidi attivi che possono avere effetti sistemici, purché il prodotto sia correttamente formulato e assunto in modo continuativo.

“I benefici dell’integrazione si manifestano solo dopo settimane o mesi, e dipendono da molte variabili.”

Mito 3. “Il collagene funziona da solo, senza altri nutrienti”

Un errore concettuale frequente è considerare l’integrazione di collagene idrolizzato come un intervento autosufficiente, in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti senza il supporto di altri fattori nutrizionali. In realtà, la biosintesi del collagene endogeno è un processo complesso e fortemente dipendente dalla disponibilità di cofattori enzimatici e micronutrienti specifici.

Tra i più rilevanti si segnalano:

  • Vitamina C: essenziale per l’idrossilazione della prolina e della lisina, passaggio chiave per la formazione della tripla elica del collagene;
  • Zinco: coinvolto nella sintesi proteica e nella regolazione degli enzimi metalloproteinasi;
  • Rame: cofattore per la lisil ossidasi, enzima che stabilizza le fibre collagene nel tessuto connettivo;
  • Silicio: stimola l’attività dei fibroblasti e favorisce la formazione della matrice extracellulare.

Numerosi integratori presenti in commercio includono infatti formulazioni combinate, proprio per garantire l’efficacia del collagene attraverso la sinergia nutrizionale. Studi clinici hanno dimostrato che l’associazione tra peptidi di collagene e vitamina C migliora in modo significativo la densità dermica e la resilienza cutanea, rispetto al collagene da solo.

È dunque scorretto parlare di “effetto del collagene” senza considerare il contesto nutrizionale e lo stato di salute generale del soggetto. In presenza di carenze vitaminiche o minerali, l’effetto dell’integrazione può risultare modesto o addirittura assente.

Mito 4. “Bastano pochi giorni per vedere i risultati”

Molte campagne di marketing suggeriscono che l’assunzione di collagene porti benefici visibili nel giro di pochi giorni, alimentando aspettative irrealistiche. In realtà, la sintesi e il rimodellamento del collagene sono processi fisiologici lenti e progressivi, che richiedono tempo e continuità.

Le principali evidenze cliniche mostrano che i primi risultati misurabili compaiono solo dopo alcune settimane di trattamento, variando in base al distretto corporeo interessato:

  • Pelle: miglioramenti in termini di elasticità, idratazione e densità dermica si osservano generalmente dopo 8–12 settimane di integrazione continuativa;
  • Articolazioni: la riduzione del dolore e della rigidità nelle patologie come l’artrosi richiede spesso 3–6 mesi;
  • Ossa: gli effetti sul metabolismo osseo, come l’aumento della densità minerale, si registrano solo dopo 6–12 mesi.

Tali risultati sono supportati da studi randomizzati controllati, e confermano che l’efficacia del collagene è cumulativa nel tempo. È anche importante considerare che l’interruzione dell’assunzione può comportare, nel medio periodo, una graduale perdita dei benefici ottenuti.

In sintesi:

  • Il collagene non è un trattamento “rapido effetto”, ma un intervento a medio-lungo termine;
  • I risultati dipendono da costanza, dosaggio e durata del trattamento;
  • Le aspettative devono essere realistiche e basate su evidenze cliniche, non su messaggi pubblicitari.

Mito 5. “Il collagene non ha effetti collaterali, è naturale”

L’idea che ciò che è “naturale” sia automaticamente sicuro è una semplificazione fuorviante. Sebbene l’integrazione di collagene idrolizzato sia generalmente ben tollerata, esistono situazioni in cui possono verificarsi effetti indesiderati, soprattutto in relazione all’origine della materia prima, alla qualità del prodotto o a condizioni cliniche preesistenti.

Possibili effetti collaterali o criticità:

  • Reazioni allergiche: particolarmente con il collagene marino, in soggetti con allergia nota a pesce o crostacei;
  • Contaminazione: il collagene di origine animale (bovino o suino) può essere contaminato da metalli pesanti, agenti patogeni o residui farmaceutici, soprattutto se non proviene da filiere controllate;
  • Disturbi gastrointestinali: alcuni soggetti riferiscono gonfiore, senso di pesantezza o dispepsia dopo l’assunzione;
  • Interazioni farmacologiche: se assunto in combinazione con integratori anticoagulanti (come vitamina K o omega-3), può alterare l’equilibrio coagulativo.

La sicurezza del collagene dipende anche dalla standardizzazione della produzione: prodotti certificati, testati per purezza e assenza di allergeni, offrono un migliore profilo di tollerabilità.

In soggetti con patologie croniche, in trattamento con farmaci o durante gravidanza e allattamento, l’uso di integratori a base di collagene dovrebbe essere sempre valutato dal medico o dal farmacista di riferimento.

Fonti:

  • Clark KL et al. (2008). 24-week study on the use of collagen hydrolysate as a dietary supplement in athletes with activity-related joint pain. Curr Med Res Opin.https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18416885/
  • Zdzieblik D. et al. (2017). Collagen peptide supplementation in sports-related joint pain. Appl PhysiolNutrMetab.https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28140669/
  • Bruyère O. et al. (2012). Collagen hydrolysate in osteoarthritis: a systematic review. Arthritis Res Ther.https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23231877/
  • Shaw G. et al. (2017). Vitamin C–enriched gelatin supplementation before intermittent activity augments collagen synthesis. Am J Clin Nutr.https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28298328/
  • Dressler P. et al. (2020). Clinical benefit of specific collagen peptides on joint recovery after sports injuries. J Sports Med Phys Fitness.https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31799797/
  • Watanabe-Kamiyama, Mari et al.“Absorption and effectiveness of orally administered low molecular weight collagen hydrolysate in rats.” Journal of agricultural and food chemistry 58,2 (2010): 835-41. doi:10.1021/jf9031487
  • Proksch, E et al. “Oral supplementation of specific collagen peptides has beneficial effects on human skin physiology: a double-blind, placebo-controlled study.” Skinpharmacology and physiology 27,1 (2014): 47-55. doi:10.1159/000351376
  • Borumand, Maryam, and Sara Sibilla. “Daily consumption of the collagen supplement Pure Gold Collagen® reduces visible signs of aging.” Clinical interventions in aging 9 1747-58. 13 Oct. 2014, doi:10.2147/CIA.S65939
  • Kimball, A B et al. “Reduction in the appearance of facial hyperpigmentation after use of moisturizers with a combination of topical niacinamide and N-acetyl glucosamine: results of a randomized, double-blind, vehicle-controlled trial.” The British journal of dermatology 162,2 (2010): 435-41. doi:10.1111/j.1365-2133.2009.09477.x

 

FAQ – Domande frequenti sull’integrazione del collagene

Quale tipo di collagene è più indicato per la pelle?

Il tipo I, spesso combinato con tipo III, è il più indicato per sostenere l’elasticità, idratazione e compattezza cutanea. I prodotti derivati da fonti marine o bovine, se idrolizzati, mostrano buona biodisponibilità.

Quanto tempo ci vuole per vedere i risultati?

I primi effetti visibili si osservano dopo 8–12 settimane di assunzione continuativa. Per articolazioni e ossa, possono servire 3–6 mesi. Il collagene agisce lentamente, in modo progressivo e cumulativo.

Ma viene assorbito o distrutto?

Il collagene idrolizzato è parzialmente assorbito sotto forma di peptidi bioattivi. Questi raggiungono i tessuti e possono stimolare la sintesi endogena di nuovo collagene, secondo quanto dimostrato da studi clinici.

Serve abbinare altri nutrienti al collagene?

Sì. La vitamina C, insieme a minerali come zinco, rame e silicio, è fondamentale per la formazione e stabilizzazione delle fibre collagene. Senza questi cofattori, l’efficacia dell’integrazione può ridursi.

L’integrazione di collagene è sempre sicura?

In genere sì, ma vanno considerati allergeni (es. pesce), possibili contaminanti nei prodotti non certificati, e interazioni farmacologiche. In caso di terapie o patologie, è consigliato il parere medico.

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