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Osteoporosi: collagene e metabolismo osseo, implicazioni e prevenzione

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27 Agosto 2025 Autore: Dott. Roberto Vaglica

Il metabolismo osseo è un processo continuo che coinvolge la demolizione e la ricostruzione del tessuto scheletrico, necessario per mantenere l’integrità meccanica dell’osso e per rispondere alle sollecitazioni metaboliche dell’organismo. Tale equilibrio è regolato da una fitta interazione tra ormoni, nutrienti e componenti strutturali della matrice extracellulare, tra cui il collagene di tipo I, la principale proteina fibrillare dell’osso. Rappresentando circa il 90% della matrice organica, il collagene non solo fornisce un’impalcatura per la deposizione minerale, ma ne determina anche la flessibilità e la resistenza alla trazione.

L’osteoporosi, patologia multifattoriale legata al deterioramento della microarchitettura ossea, è spesso correlata a un’alterazione nella qualità del collagene osseo, oltre che a una riduzione della densità minerale. Negli ultimi anni, l’interesse per l’integrazione nutrizionale con peptidi di collagene idrolizzato è aumentato, supportato da evidenze sperimentali e cliniche che ne suggeriscono un ruolo nella prevenzione e gestione dell’osteoporosi. In questo contesto, comprendere la funzione del collagene nel metabolismo osseo è fondamentale per sviluppare approcci integrati e personalizzati alla salute scheletrica.

“Il collagene di tipo I rappresenta circa il 90% della matrice organica dell’osso ed è fondamentale per la sua resistenza.”

Cos’è il collagene osseo e come funziona nel metabolismo scheletrico

Il collagene di tipo I è una glicoproteina fibrosa formata da triplette ripetute di amminoacidi (Gly-X-Y) che si aggregano in fibrille resistenti e stabili. Negli osteoblasti, la sintesi del collagene inizia con la produzione di procollagene, che viene successivamente modificato extracellularmente per formare la matrice fibrillare.

Le principali funzioni del collagene osseo includono:

  • Formazione della matrice organica: funge da base strutturale per la deposizione dei cristalli di idrossiapatite.
  • Resistenza meccanica: grazie alla disposizione ordinata e ai legami crociati (cross-link), conferisce all’osso la sua elasticità e resistenza alla trazione.
  • Interazione con cellule e citochine: modula l’attività di osteoblasti e osteoclasti, influenzando il rimodellamento osseo.

Un corretto turnover del collagene è indice di salute ossea. I marker biochimici utilizzati per valutare questo processo sono:

  • P1NP (propeptide N-terminale del procollagene di tipo I): indicatore di sintesi ossea.
  • CTX (C-terminal telopeptide of type I collagen): marker di riassorbimento osseo.

Alterazioni di questi marker possono indicare uno squilibrio metabolico scheletrico, come quello osservato nell’osteoporosi.

Ruolo del collagene nella patogenesi dell’osteoporosi

L’osteoporosi è caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un deterioramento qualitativo del tessuto, con conseguente aumento del rischio di fratture. Oltre alla demineralizzazione, una delle alterazioni più rilevanti è la modificazione della qualità del collagene.

Nel contesto osteoporotico si osservano:

  • Ridotta sintesi di collagene da parte degli osteoblasti
  • Aumento del riassorbimento da parte degli osteoclasti, con degradazione accelerata della matrice organica
  • Alterazioni nei cross-link: l’accumulo di prodotti di glicazione avanzata (AGEs) rende le fibre collagene più rigide e fragili
  • Influenza ormonale negativa: la carenza di estrogeni in post-menopausa riduce l’attività osteoblastica e accelera la degradazione del collagene

Questi fattori contribuiscono a compromettere le proprietà biomeccaniche dell’osso, aumentando il rischio di fratture da fragilità anche in assenza di osteopenia marcata.

Benefici della supplementazione di collagene per la salute ossea (osteoporosi)

Numerosi studi clinici e preclinici hanno indagato l’effetto della supplementazione di collagene idrolizzato (peptidi bioattivi ottenuti per idrolisi enzimatica) nella salute scheletrica.

Meccanismi proposti:

  • Stimolazione diretta degli osteoblasti a sintetizzare nuova matrice
  • Inibizione indiretta dell’attività osteoclastica
  • Aumento della produzione di collagene endogeno
  • Miglioramento della microarchitettura ossea

Evidenze cliniche:

Uno studio randomizzato controllato del 2018 (König et al.) ha evidenziato che 5 g/die di peptidi specifici di collagene per 12 mesi aumentano significativamente la densità minerale ossea (BMD) a livello della colonna lombare e del collo del femore in donne postmenopausali osteopeniche.

Un’altra revisione sistematica del 2021 (Ferreira et al.) ha confermato che la supplementazione è ben tollerata e può essere efficace se abbinata a vitamina D, calcio e proteine alimentari.

“La supplementazione con collagene idrolizzato può migliorare la densità ossea e ridurre il rischio di fratture.”

Strategie cliniche e integrative nella gestione dell’osteoporosi

L’approccio all’osteoporosi deve essere multimodale. Di seguito, una sintesi dei principali interventi e del loro impatto sul metabolismo del collagene:

Intervento Meccanismo principale Effetto sul collagene osseo
Bifosfonati Inibizione osteoclastica Riduzione del turnover e della degradazione
Denosumab Blocco del RANKL Forte riduzione del riassorbimento osseo
Collagene idrolizzato Stimolo osteoblastico diretto Aumento della sintesi di matrice organica
Vitamina D e calcio Modulazione mineralizzazione Supporto al metabolismo osseo e al collagene
Esercizio fisico Stimolazione meccanica Aumento della produzione endogena di collagene
Dieta proteica adeguata Substrati per sintesi proteica Miglioramento del turnover fisiologico

 

Controindicazioni, limiti e considerazioni cliniche

La supplementazione con collagene idrolizzato è generalmente considerata sicura, ma presenta alcuni limiti da considerare in ambito clinico:

  • Allergie: in caso di derivati da fonti animali (es. pesce o bovino), attenzione a reazioni allergiche.
  • Effetti gastrointestinali: occasionali disturbi come gonfiore o diarrea.
  • Popolazioni a rischio: nei pazienti con patologie renali croniche, l’integrazione proteica va valutata con attenzione.
  • Variabilità individuale: la risposta biologica al collagene può variare a seconda dell’età, dello stato ormonale e della dieta.
  • Assenza di linee guida ufficiali: attualmente non esistono raccomandazioni cliniche formalizzate sull’uso del collagene per l’osteoporosi.

Cosa è importante tenere a mente?

Il collagene di tipo I è un componente strutturale essenziale per il mantenimento della salute ossea, determinandone la resistenza meccanica e l’adattamento fisiologico al carico. Nell’ambito dell’osteoporosi, le alterazioni qualitative e quantitative del collagene contribuiscono in modo sostanziale alla fragilità scheletrica. La supplementazione con peptidi di collagene idrolizzato, sebbene ancora non inclusa nei protocolli standard, rappresenta una strategia integrativa promettente, da considerare all’interno di un piano terapeutico personalizzato e basato su evidenze. L’approccio alla prevenzione e alla cura dell’osteoporosi richiede una visione sistemica che comprenda nutrizione, attività fisica, terapia farmacologica e supporto al metabolismo del collagene.

 

Fonti:

  • König, Daniel et al.Specific Collagen Peptides Improve Bone Mineral Density and Bone Markers in Postmenopausal Women-A Randomized Controlled Study.”Nutrients 10,1 97. 16 Jan. 2018, doi:10.3390/nu10010097
  • Khatri, Mishti et al. “The effects of collagen peptide supplementation on body composition, collagen synthesis, and recovery from joint injury and exercise: a systematic review.” Amino acids vol. 53,10 (2021): 1493-1506. doi:10.1007/s00726-021-03072-x
  • Clark, Kristine L et al.24-Week study on the use of collagen hydrolysate as a dietary supplement in athletes with activity-related joint pain.” Current medical research and opinion vol. 24,5 (2008): 1485-96. doi:10.1185/030079908×291967

 

FAQ – Domande frequenti su collagene e metabolismo osseo

  1. Qual è la funzione del collagene di tipo I nel tessuto osseo?
    Il collagene di tipo I costituisce la struttura portante della matrice ossea e conferisce all’osso resistenza alla trazione e flessibilità. Senza una rete collagena funzionale, la mineralizzazione risulterebbe inefficace e l’osso diventerebbe più fragile, anche in presenza di densità minerale normale.
  2. L’osteoporosi è causata solo da una perdita di calcio?

No. L’osteoporosi non dipende esclusivamente dalla riduzione della massa minerale. Anche la qualità del collagene osseo gioca un ruolo cruciale. Alterazioni nella struttura, nella sintesi o nella degradazione del collagene compromettono la microarchitettura ossea, aumentando la suscettibilità alle fratture.

  1. La supplementazione con collagene è supportata da evidenze scientifiche?

Sì. Studi randomizzati controllati hanno dimostrato che l’assunzione quotidiana di collagene idrolizzato, in particolare in donne in postmenopausa, può migliorare la densità minerale ossea e ridurre i marker di riassorbimento osseo, soprattutto se abbinata a vitamina D, calcio e attività fisica regolare.

  1. Tutti i tipi di collagene sono efficaci per l’osso?

No. Solo il collagene di tipo I, e in particolare nella forma idrolizzata (peptidi bioattivi), ha mostrato effetti positivi sulla salute scheletrica. Altri tipi di collagene (es. tipo II, presente nella cartilagine) non hanno lo stesso ruolo nel metabolismo osseo.

  1. Ci sono rischi o controindicazioni nell’uso di collagene?

Generalmente il collagene è ben tollerato. Tuttavia, è sconsigliato in soggetti con allergia alle fonti animali (es. pesce o bovino), in presenza di disfunzione renale avanzata, o in caso di eccessivo apporto proteico non bilanciato. È sempre raccomandabile una valutazione medica individuale.

  1. Il collagene può sostituire i farmaci per l’osteoporosi?

No. Il collagene non è un farmaco e non sostituisce i trattamenti farmacologici approvati, come bifosfonati o anticorpi monoclonali. Può però rappresentare un complemento utile in una strategia integrativa, soprattutto nelle fasi precoci della malattia o nei soggetti a rischio.

  1. Quando iniziare a considerare l’uso di collagene per la salute ossea?

L’integrazione può essere valutata in caso di osteopenia, menopausa, familiarità per fratture da fragilità o nei soggetti anziani con ridotta funzionalità osteoblastica. La prevenzione precoce è spesso più efficace di un intervento tardivo.

 

 

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