Rilassamento cutaneo del viso, come evitarlo?

19 Maggio 2025
rilassamento-cutaneo-1200x800.jpg

Autore: Redazione

Il rilassamento cutaneo del viso rappresenta uno dei principali indicatori dell’invecchiamento biologico e uno degli aspetti più percepiti nel declino dell’estetica facciale. Con il passare del tempo, la pelle perde gradualmente elasticità, tono e volume, fenomeni che si traducono in cedimenti visibili dei tessuti, perdita della definizione dei contorni e formazione di solchi sempre più marcati. Questo processo coinvolge non solo la componente superficiale dell’epidermide, ma interessa in profondità l’intero sistema di sostegno dermico e ipodermico.

Tali cambiamenti non sono improvvisi né univoci: si sviluppano lentamente, in modo cumulativo, e sono influenzati sia da fattori intrinseci legati all’età, alla genetica e al profilo ormonale, sia da fattori estrinseci, come l’esposizione solare, l’inquinamento ambientale e lo stile di vita. La progressiva degradazione del collagene, della elastina e dell’acido ialuronico, molecole chiave per il mantenimento della struttura e dell’idratazione cutanea, gioca un ruolo centrale in questo scenario.

Cos’è il rilassamento cutaneo del viso: definizione e meccanismi fondamentali

Il rilassamento cutaneo del viso, noto anche come lassità cutanea facciale, è una condizione progressiva e fisiologica che comporta la perdita di tonicità, compattezza e definizione dei tessuti cutanei e sottocutanei. Si manifesta con un cedimento visibile della pelle, soprattutto nelle aree a maggiore mobilità, come guance, contorno mandibolare, regione sottomentoniera e palpebre inferiori.

A livello clinico, il rilassamento si presenta con:

  • perdita della linea mandibolare (jawline) netta;
  • abbassamento degli zigomi;
  • accentuazione dei solchi naso-genieni;
  • comparsa delle “bande platismatiche” nel collo;
  • un aspetto complessivamente svuotato e discendente del viso.

Questo processo è il risultato dell’interazione tra molteplici fattori biologici e strutturali:

  1. a) Cedimento della matrice dermica

Con il passare degli anni, il derma – lo strato intermedio della pelle – perde la sua struttura di sostegno a causa della degradazione del collagene, dell’elastina e dell’ acido ialuronico, le tre principali molecole responsabili della resistenza meccanica, elasticità e idratazione cutanea. Questa perdita compromette la coesione tra le cellule e rende la pelle meno capace di contrastare la forza di gravità.

  1. b) Modificazioni ipodermiche

Sotto il derma si trova l’ipoderma, ricco di tessuto adiposo. Con l’invecchiamento, il grasso facciale si ridistribuisce, si atrofizza in alcune zone e si accumula in altre, alterando il volume e la proiezione del volto. Questo fenomeno contribuisce alla discesa dei tessuti molli.

  1. c) Lasso legamentoso

I legamenti sospensori del viso, che ancorano la pelle e i muscoli alle strutture profonde, perdono tensione, favorendo ulteriormente il cedimento dei tessuti. Questo processo è simile a quanto avviene con l’usura di un sistema elastico o di un’impalcatura che ha perso solidità.

  1. d) Calo della funzionalità muscolare e microcircolatoria

Anche i muscoli mimici del volto subiscono alterazioni: la perdita di tono e la contrazione ripetuta nel tempo accentuano le pieghe cutanee. Inoltre, la diminuzione della microcircolazione rallenta l’apporto di ossigeno e nutrienti, aggravando il quadro di invecchiamento tissutale.

  1. e) Influenze ormonali e ambientali

Fattori come il declino estrogenico in menopausa, l’esposizione solare cronica (photoaging), il fumo, l’inquinamento, lo stress ossidativo e la glicazione contribuiscono in modo significativo all’insorgenza e alla progressione del rilassamento cutaneo.

Il rilassamento cutaneo, dunque, non è una semplice perdita di elasticità, ma un declino globale della qualità tissutale, che interessa tutti gli strati del viso: epidermide, derma, ipoderma, legamenti e muscoli. È un processo lento ma continuo, che può essere prevenuto, rallentato o trattato, ma non completamente evitato.

Il corretto inquadramento del grado di lassità e dei meccanismi predominanti in ogni singolo paziente rappresenta il punto di partenza per una strategia terapeutica efficace, personalizzata e basata su evidenze scientifiche.

Le cause del rilassamento cutaneo del viso: fattori intrinseci ed estrinseci

Il rilassamento cutaneo del viso non è un evento improvviso né uniforme, ma il risultato di una progressiva degenerazione biologica che coinvolge tutti i livelli strutturali della pelle. Sebbene l’invecchiamento cronologico sia una componente inevitabile, esistono fattori sistemici e ambientali in grado di anticipare, accentuare o amplificare questo processo.

Tali fattori si distinguono in due grandi categorie:

Fattori intrinseci (endogeni)

Questi sono legati alla biologia individuale, alla predisposizione genetica e al profilo ormonale. Agiscono dall’interno, alterando il metabolismo cellulare, la composizione della matrice dermica e la funzionalità dei fibroblasti.

I principali fattori intrinseci sono:

  • Invecchiamento cronologico

A partire dai 25 anni, il turnover cellulare rallenta, la produzione di collagene ed elastina si riduce progressivamente, e la concentrazione di acido ialuronico nella matrice extracellulare tende a diminuire. Il risultato è un progressivo indebolimento della struttura dermica e una perdita di resistenza meccanica.

  • Squilibri ormonali e menopausa

Gli estrogeni svolgono un ruolo essenziale nel mantenimento del trofismo cutaneo. La loro brusca riduzione in menopausa comporta:

  • una diminuzione della sintesi di collagene e acido ialuronico;
  • una minore idratazione della pelle;
  • una maggiore attività delle metalloproteinasi, che degradano le fibre dermiche;
  • una ridistribuzione e riduzione del grasso sottocutaneo nelle regioni zigomatiche e mandibolari.

Questo quadro clinico, definito lassità cutanea post-menopausale, si manifesta con una perdita dei volumi e un cedimento generalizzato dei tessuti molli.

  • Infiammazione cronica silente

Molti soggetti presentano uno stato infiammatorio di basso grado, persistente e subclinico, noto come inflammaging. Questa condizione compromette l’equilibrio del microambiente dermico, promuove la degradazione della matrice extracellulare e riduce la capacità rigenerativa dei fibroblasti.

Fattori estrinseci (esogeni)

Questi agiscono dall’esterno e dipendono da abitudini personali, stile di vita e fattori ambientali. Sono responsabili di una quota significativa dell’invecchiamento cutaneo visibile, spesso definito invecchiamento estrinseco.

Tra i più rilevanti si annoverano:

  • Esposizione cronica ai raggi UV (photoaging)
    I raggi ultravioletti inducono danni al DNA cellulare, promuovono la produzione di radicali liberi e attivano le metalloproteinasi. Il photoaging è caratterizzato da disorganizzazione delle fibre dermiche, ridotta elasticità e comparsa precoce di rughe e lassità.
  • Inquinamento atmosferico
    Le polveri sottili, l’ozono e i metalli pesanti alterano la barriera cutanea, aumentano lo stress ossidativo e accelerano i processi degenerativi. L’inquinamento è correlato a perdita di luminosità, rugosità e rilassamento precoce.
  • Fumo di sigaretta
    Il fumo riduce la microcircolazione cutanea, compromette l’apporto di ossigeno e nutrienti, e aumenta la produzione di radicali liberi. Inoltre, stimola la glicazione delle proteine dermiche, con effetti diretti sulla qualità strutturale della pelle.
  • Glicazione avanzata delle proteine (AGEs)
    La glicazione è un processo non enzimatico in cui gli zuccheri si legano in modo irreversibile a proteine come collagene ed elastina, alterandone la funzione. I prodotti finali di questo processo, detti AGEs (Advanced Glycation End-products), determinano:
  • irrigidimento delle fibre strutturali;
  • compromissione della riparazione tissutale;
  • attivazione di recettori pro-infiammatori (RAGE);
  • aumento della degradazione del derma.

La glicazione è favorita da un’alimentazione ricca di zuccheri semplici, iperglicemia cronica (come nel diabete), esposizione ai raggi UV, fumo e stress ossidativo.

Interazione e sinergia dei fattori

I fattori intrinseci ed estrinseci non operano in modo indipendente, ma si potenziano reciprocamente, determinando un effetto cumulativo sul degrado della pelle. Il declino ormonale può aumentare la vulnerabilità agli insulti ambientali, mentre la glicazione e lo stress ossidativo amplificano i processi infiammatori cronici.

Questa sinergia patogenetica spiega la grande variabilità individuale nell’aspetto della pelle: soggetti della stessa età anagrafica possono presentare quadri cutanei profondamente diversi, a seconda delle loro caratteristiche genetiche, ormonali e comportamentali.

Strategie terapeutiche per la lassità cutanea del viso

Il trattamento della lassità cutanea del viso richiede un approccio personalizzato e multidisciplinare, che tenga conto dell’età biologica, del grado di rilassamento, del fototipo, delle condizioni ormonali e dello stile di vita del paziente. La complessità dei meccanismi coinvolti – strutturali, infiammatori, metabolici e ambientali – impone una strategia integrata, in grado di agire su più livelli e di combinare metodiche complementari.

Le opzioni attualmente disponibili possono essere suddivise in cinque categorie principali:

  • trattamenti topici di supporto;
  • biostimolazione iniettiva;
  • filler dermici volumizzanti e strutturali;
  • tecnologie fisiche ad azione rigenerativa;
  • protocolli combinati e su misura.

Nel paragrafo seguente, verranno analizzate le soluzioni terapeutiche più attuali, basate su evidenze scientifiche e consolidate nella pratica clinica.

Trattamenti topici: supporto superficiale all’integrità cutanea

I trattamenti topici rappresentano spesso il primo livello di intervento, particolarmente diffuso nell’autogestione domiciliare del paziente. Pur avendo un impatto limitato sulla lassità profonda, possono migliorare significativamente l’idratazione, la texture e la luminosità della pelle.

I principali principi attivi ad azione mirata includono:

  • Retinoidi (retinolo, tretinoina): aumentano il turnover cellulare e stimolano la sintesi di collagene;
  • Peptidi biomimetici: modulano l’attività dei fibroblasti e favoriscono la comunicazione intercellulare;
  • Antiossidanti topici (vitamina C, E, coenzima Q10): neutralizzano i radicali liberi e contrastano il fotodanneggiamento;
  • Acido ialuronico a basso peso molecolare: migliora l’idratazione superficiale e la levigatezza della pelle;
  • Niacinamide: ha un effetto antinfiammatorio e rinforza la barriera cutanea.

È importante sottolineare che i trattamenti topici agiscono a livello epidermico e non sono in grado, da soli, di compensare la perdita strutturale profonda associata alla lassità. Per tale motivo, il loro utilizzo è consigliato come supporto complementare all’interno di protocolli terapeutici integrati.

Biostimolazione iniettiva: riattivazione fisiologica del derma

La biostimolazione iniettiva si basa sulla somministrazione intradermica di sostanze attive in grado di riattivare il metabolismo dei fibroblasti e stimolare la sintesi endogena delle principali componenti della matrice extracellulare: collagene, elastina e acido ialuronico.

Le formulazioni impiegate contengono:

  • Acido ialuronico non cross-linkato, con funzione idratante e veicolante;
  • Aminoacidi essenziali (prolina, glicina, lisina), cofattori indispensabili per la sintesi proteica;
  • Vitamine antiossidanti (A, C, E), che proteggono dallo stress ossidativo;
  • Nucleotidi e coenzimi, ad azione rigenerativa e trofica.

Le tecniche di somministrazione variano in base all’area trattata e al tipo di prodotto (microiniezioni, nappage, mesoterapia lineare), ma condividono l’obiettivo di stimolare in profondità la rigenerazione dermica.

È indicata in:

  • soggetti giovani o con lassità iniziale;
  • pazienti predisposti alla perdita precoce di tonicità;
  • trattamenti di mantenimento e sinergia con altre metodiche.

I risultati si sviluppano gradualmente e richiedono cicli ripetuti, con effetti cumulativi nel tempo.

Filler dermici a base di acido ialuronico: volume e sostegno

I filler dermici a base di acido ialuronico cross-linkato rappresentano un trattamento efficace per il ripristino volumetrico e il supporto strutturale del viso. L’acido ialuronico reticolato è stabilizzato per resistere alla degradazione enzimatica, offrendo risultati duraturi (12-18 mesi).

Le principali azioni terapeutiche dei filler comprendono:

  • riempimento delle aree svuotate (zigomi, guance, tempie);
  • sostegno dei tessuti molli (mandibola, mento, zona sottomentoniera);
  • ridefinizione dei contorni con effetto lifting non chirurgico;
  • idratazione profonda per i prodotti a reticolazione più bassa.

La selezione del filler si basa su parametri reologici:

  • G’ (modulo elastico): misura la capacità liftante;
  • Viscosità: determina la modellabilità del prodotto;
  • Coesività: assicura una distribuzione uniforme nei tessuti.

Il concetto moderno di trattamento si fonda sulla restaurazione globale del viso (full-face restoration), che considera l’equilibrio volumetrico e funzionale del volto nel suo insieme, piuttosto che la correzione isolata delle singole rughe.

Tecnologie mediche: stimolazione termica e rigenerazione profonda

Le tecnologie ad energia rappresentano una soluzione non invasiva per stimolare la rigenerazione dermica tramite l’induzione di calore controllato o microtraumi selettivi. L’obiettivo è attivare i processi fisiologici di neocollagenesi e rimodellamento cutaneo.

Le principali tecnologie impiegate sono:

  • Radiofrequenza frazionata o multipolare

Utilizza onde elettromagnetiche per riscaldare il derma profondo senza danneggiare l’epidermide. Favorisce la vascolarizzazione, stimola i fibroblasti e induce un progressivo compattamento dei tessuti. Può essere associata a microneedling.

  • Ultrasuoni microfocalizzati 

Generano coagulazione termica a profondità controllate, fino alla fascia muscolare superficiale (SMAS), con effetto lifting non chirurgico, particolarmente indicato per il terzo inferiore del volto.

  • Laser frazionato non ablativo

Produce microcolonne termiche selettive che stimolano la rigenerazione senza ablare l’epidermide, migliorando la texture e la tonicità cutanea.

Indicazioni principali:

  • lassità cutanea lieve o moderata;
  • pazienti che preferiscono soluzioni non iniettive;
  • mantenimento post-trattamento filler o biostimolazione;
  • integrazione in protocolli combinati.

I risultati si sviluppano in 2–3 mesi e richiedono cicli terapeutici per stabilizzarsi.

Approccio integrato e personalizzato

La gestione della lassità cutanea del viso deve essere adattata al singolo paziente, considerando:

  • l’età anagrafica e biologica;
  • il grado di rilassamento;
  • le caratteristiche morfologiche e funzionali del viso;
  • le condizioni ormonali;
  • le aspettative estetiche e la compliance.

Un piano terapeutico efficace si basa sulla combinazione razionale delle diverse strategie disponibili:

  • trattamenti topici per migliorare la superficie cutanea;
  • biostimolazione per favorire la rigenerazione profonda;
  • filler per ripristinare il volume e il sostegno;
  • tecnologie per stimolare l’attività fibroblastica in modo non invasivo.

Questa visione non mira a un miglioramento localizzato, ma a un ringiovanimento armonico, graduale e coerente con la fisiologia del volto. L’organizzazione dei trattamenti nel tempo (staging), la sinergia tra le metodiche e il monitoraggio clinico regolare sono elementi essenziali per ottenere risultati stabili, sicuri e naturali.

Fonti:

  • Kestemont P, Fanian F, Garcia P, et al. Long-term efficacy and safety of a hyaluronic acid dermal filler based on Tri-Hyal technology on restoration of midface volume. J Cosmet Dermatol. 2023;22(9):2448-2456. doi:10.1111/jocd.15752
  • Guo J, Fang W, Wang F. Injectable fillers: current status, physicochemical properties, function mechanism, and perspectives. RSC Adv. 2023 Aug 10;13(34):23841-23858. doi: 10.1039/d3ra04321e. PMID: 37577103; PMCID: PMC10413051.
  • Chylińska N, Maciejczyk M. Hyaluronic Acid and Skin: Its Role in Aging and Wound-Healing Processes. Gels. 2025;11(4):281. Published 2025 Apr 9. doi:10.3390/gels11040281

Q&A suk rilassamento cutaneo viso

  • Cos’è il rilassamento cutaneo del viso?

È un processo fisiologico legato all’invecchiamento, che comporta la perdita progressiva di tonicità, elasticità e definizione del volto. Si manifesta con cedimenti strutturali, rughe profonde e un aspetto globalmente più svuotato.

  • Quali sono i principali responsabili della perdita di tono?

Le tre molecole chiave coinvolte sono:

  • Collagene → conferisce struttura e compattezza
  • Elastina → garantisce elasticità e ritorno alla forma
  • Acido ialuronico → mantiene idratazione e turgore

 

  • A che età iniziano a comparire i primi segni?

Il declino comincia già dai 25 anni, ma i segni visibili si accentuano dopo i 40-45 anni. Nelle donne, la menopausa accelera il processo.

  • Che ruolo ha la menopausa nella lassità cutanea?

Con la diminuzione degli estrogeni, si riduce la produzione di collagene e acido ialuronico. La pelle diventa più secca, meno tonica e si verifica un riassorbimento del grasso sottocutaneo, con perdita di sostegno e volume.

  • Cosa sono gli AGEs e perché sono dannosi?

Gli AGEs (prodotti finali della glicazione avanzata) si formano quando zuccheri si legano a proteine come collagene ed elastina. Questo processo ne compromette la funzionalità, favorisce la rigidità cutanea e attiva infiammazione cronica.

  • Quali fattori ambientali peggiorano il rilassamento cutaneo?
    • Esposizione solare (UV)
    • Inquinamento atmosferico
    • Fumo di sigaretta
    • Consumo eccessivo di alcol
    • Stress ossidativo

Tutti questi elementi aumentano la produzione di radicali liberi, che degradano le strutture del derma.

  • È possibile prevenire o rallentare il rilassamento cutaneo?
    • Sì. Le strategie includono:
    • Fotoprotezione quotidiana
    • Alimentazione ricca di antiossidanti
    • Stile di vita sano
    • Trattamenti dermoestetici mirati (come biostimolazione, filler, radiofrequenza).

Una valutazione specialistica è essenziale per un piano personalizzato.

 

info@stimolacollagene.it

  • Privacy Policy
  • Cookie Policy

I contenuti editoriali presenti nel sito sono stati redatti a puro scopo informativo e non devono essere considerati quali sostituti alla consulenza medica. Si consiglia di rivolgersi al proprio medico e/o specialista per qualunque informazione e approfondimento. Stimolacollagene.it non è sottoposto alle regolamentazioni introdotte dalla Legge n. 62 del 7.03.2001.

© Copyright 2020
STIMOLACOLLAGENE.IT

CHI SIAMO

StimolaCollagene è un progetto editoriale nato per fornire informazioni chiare e attendibili sui temi relativi al mondo del collagene. Per informazioni o domande, inviaci una mail all’indirizzo info@stimolacollagene.it
Scopri di più su stimolacollagene.it

TAUMEDIKA srl - 00138 Roma - via Monte Giberto, 33 - P.Iva 12980441005