A cura della dott.ssa Maria Grazie Lamberti revisionato il 10/11/2022.
Collagene: un quarto delle proteine dell’organismo è costituito da collagene, il 6% del peso corporeo. Questa proteina rappresenta l’impalcatura dei tessuti garantendo tono ed elasticità.
Il collagene è un elemento fondamentale nel nostro organismo. La sua presenza assicura la salute dei tessuti e contrasta gli effetti dell’ invecchiamento, che scaturisce proprio dalla sua progressiva diminuzione nei tessuti. Oltre al profilo estetico, esso contribuisce alla salute delle ossa ed indirettamente all’efficienza dell’apparato gastrointestinale e dei muscoli. La glicina contenuta nella proteina consente, inoltre, di aumentare la qualità del sonno favorendo i processi fisiologici del ritmo circadiano.
La produzione nell’organismo è bilanciata nei soggetti giovani mentre con l’invecchiamento il metabolismo del collagene viene alterato. Oltre alla naturale e progressiva diminuzione della produzione, la degradazione può essere influenzata da fattori ambientali, abitudini alimentari e dalla luce solare, ovvero con il fotoinvecchiamento. La difficoltà nella sintesi e nell’assimilazione di nuovo collagene ha spinto la ricerca verso soluzioni con minore impatto sull’ambiente, con una maggiore capacità di assorbimento e che non trovassero opposizione di tipo socio-culturale e religioso. Il collagene ricombinante o il collagene marino vanno in questa direzione.
Esso è la proteina responsabile del benessere della pelle e rappresenta la struttura portante della stessa. L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno legato anche alla presenza e alla natura del collagene nei tessuti. La sua progressiva degradazione e la scarsa produzione dopo i 30 anni incidono pesantemente sulla condizione della pelle. La comparsa delle rughe, la scarsa tonicità e la perdita di volume sono i principali sintomi dell’aging sulla pelle.
Ha una struttura complessa a tre eliche. La sua composizione rende la proteina difficile da essere metabolizzata e questo aspetto ha complicato l’integrazione di collagene nell’organismo attraverso i cibi, gli integratori e altre forme. La scomposizione è la strada che è stata intrapresa per renderlo maggiormente digeribile e assorbibile dai tessuti. In questi casi si parla di ricombinante e di idrolizzato, ovvero strutture di collagene semplificate per favorirne l’assorbimento nei tessuti.
L’uso come integratore o nei cosmetici ha dei limiti rappresentati dalla capacità dell’organismo di metabolizzare la proteina. Le diverse soluzioni commerciali, soprattutto gli integratori, sono realizzate con collagene “scomposto” per aiutarne la digestione e, in misura minore, l’assorbimento cutaneo. Una delle soluzioni migliori e più innovative è rappresentata dall’uso di collagene come filler, ovviamente con la presenza di un ulteriore elemento fondamentale per la salute dei tessuti: l’acido ialuronico.
Il ricombinante è una tipologia di collagene con una sola catena peptidica in modo da ridurne drasticamente l’idrofobia ed aumentare la stabilità e l’integrazione all’interno dei tessuti. Questo tipo di soluzione ha la capacità, inoltre, di migliorare l’effetto dei tradizionali filler con acido ialuronico prolungandone l’effetto nel tempo e stimolando una naturale biorivitalizzazione dei tessuti.
“Il ricombinante, utilizzato insieme ai filler, è in grado di ridurre le linee di espressione, le rughe, gli esiti cicatriziali, oltre che aumentare l’effetto volumizzante e contrasta il crono ed il fotoinvecchiamento.”
Il ricombinante umano è sintetizzato a partire da istruzioni genomiche, riferite alla catena I α del collagene umano, e riprodotte attraverso vettori grazie alle nuove tecniche di bioingegneria. Il ricombinante, inoltre, essendo con una struttura a singola elica permette allo stesso di legarsi in modo stabile all’idrogeno, favorendo una maggiore idratazione dei tessuti.
Oltre alle caratteristiche intrinseche del collagene ricombinante è importante sottolineare come la sua applicazione nel campo dei filler sia una notevole evoluzione della tecnica stessa. Una delle limitazioni dei filler a base di acido ialuronico è la scarsa durata nel tempo a causa dell’alto grado di assorbimento dello stesso nei tessuti. Il ricombinante umano permette di prolungare l’effetto dei filler “naturali” e migliorare allo stesso tempo i tessuti stessi. All’effetto volumizzante dei filler si unisce l’azione del collagene chiamato a migliorarne la struttura.
Il primo ad essere commercializzato fu, negli anni ’80, il collagene bovino. Nel corso degli anni, la produzione da altri mammiferi è aumentata in modo consistente incontrando una sostanziale battuta d’arresto nel corso degli anni ’90. L’encefalopatia spongiforme, così come altre malattie di bovini e suini, ha evidenziato i rischi dell’utilizzo di collagene animale indirizzando la ricerca verso l’estrazione da animali marini o attraverso bioingegneria. Il ricombinante non presenta alcun rischio ed alcuna esposizione a potenziali patogeni.
Il ricombinante è una soluzione sostenibile sia da un punto di vista ambientale che sociale. In alcune società e in alcune fedi, l’uso di collagene bovino (India) e suino (islam e ebraismo) incontra alcune limitazioni. L’uso di derivazione marina o il collagene ricombinante aprono alla medicina estetica nuove frontiere sia da un punto di vista medico che commerciale.
Fonti: