Cosa sono le discromie del viso

11 Dicembre 2023
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Autore:  Redazione

Le discromie del viso possono costituire un problema sul piano estetico tanto da rappresentare una delle priorità della medicina estetica. Le soluzioni che la medicina propone offrono una prospettiva completa per il raggiungimento di una pelle visibilmente sana e armoniosa.

Cosa sono le discromie del viso

Le discromie del viso sono variazioni anomale nella produzione della melanina in specifiche aree della pelle del viso. Queste macchie possono manifestarsi in diverse dimensioni e presentare una notevole eterogeneità nella forma e nel colore, senza un preciso modello di evoluzione prevedibile. È importante sottolineare che, nella stragrande maggioranza dei casi, le discromie del viso non costituiscono una condizione patologica grave; tuttavia, possono essere percepite come inestetismi significativi, suscitando disagio emotivo nei pazienti.

Le discromie cutanee facciali possono manifestarsi attraverso in due modi: iperpigmentazione e ipopigmentazione. Nel caso dell’ iperpigmentazione, si osserva un’eccessiva produzione di melanina, rendendo le porzioni interessate della pelle più scure rispetto alle zone circostanti. Questo fenomeno è comunemente associato a condizioni come il melasma, lentiggini solari o macchie da invecchiamento.

“Le discromie del viso non costituiscono una condizione patologica grave; tuttavia, possono essere percepite come inestetismi, suscitando disagio emotivo nei pazienti”

D’altra parte, l’ipopigmentazione caratterizza le aree in cui vi è una diminuzione della produzione di melanina, risultando in porzioni di pelle più chiare rispetto al tessuto circostante. La vitiligine è un esempio rappresentativo di discromia ipopigmentata, in cui la distruzione dei melanociti porta a chiazze depigmentate sul volto e altre aree del corpo.

Cause delle discromie

Sulle cause delle discromie cutanee è necessario interpellare una moltitudine di fattori. Ciascuna manifestazione si presenta con meccanismi fisiologici specifici che portano ad alterazioni nella pigmentazione della pelle. La comprensione delle diverse cause sottostanti è fondamentale per la corretta diagnosi e la definizione di un piano terapeutico adeguato. Le cause delle discromie possono essere individuate in:

  • Melasma, cloasma.
  • Melanoma
  • Cause ormonali (un esempio è dato dalla maschera gravidica)
  • Anomalie congenite della pigmentazione (nevo di Becker, albinismo, ecc)
  • Esposizione al sole (nello specifico ai raggi UV)
  • Lentigo solari
  • Macchie da Invecchiamento
  • Invecchiamento cutaneo
  • Patologie autoimmuni (la vitiligine ad esempio)
  • Infezione fungina (la pitiriasi versicolor ne è una classica conseguenza)
  • Eritema
  • Rosacea
  • Dilatazione vascolare
  • Infiammazione cutanea
  • Cicatrici e cheloidi
  • Trattamenti medici precedenti
  • Emocromatosi
  • Deficit nutrizionali
  • Altre malattie cutanee.

Trattamento delle discromie del viso

La gestione delle discromie cutanee richiede un approccio integrato che tenga conto delle diverse cause sottostanti e delle caratteristiche individuali del paziente. L’obiettivo principale è migliorare l’aspetto estetico della pelle, riducendo o correggendo le alterazioni pigmentarie. La diagnosi delle discromie, dunque, diventa un passaggio fondamentale per il medico per ottenere le informazioni necessarie per procedere ad un trattamento efficace.

Un primo approccio diagnostico è costituito dall’esame obiettivo, accompagnato dall’anamnesi, utile ad individuare eventuali correlazioni con malattie già in essere o presenti in altri familiari. A seconda della diagnosi iniziale il medico può richiedere ulteriori esami di laboratorio per stabilire con certezza l’origine della condizione. La lampada di Wood è utilizzata per individuare la presenza di funghi mentre la biopsia cutanea è largamente diffusa per la diagnosi di eventuali tumori della pelle. I test allergologici sono prescritti per rilevare allergie. È bene ricordare, inoltre, come gli esami del sangue siano impiegati per individuare eventuali carenze vitaminiche legate alle discromie.

A seconda della natura della discromia il medico stabilisce uno specifico trattamento atto ad eliminare, o almeno mitigare, la discromia.

È possibile distinguere differenti percorsi terapeutici:

  • Iperpigmentazione:
    • Peeling chimici ed agenti sbiancanti: l’utilizzo topico di agenti sbiancanti e peeling chimici (idrochinone, acido azelaico, acido kojico o acido glicolico, acido salicilico, l’acido tricloroacetico) mira a inibire la produzione di melanina, riducendo l’iperpigmentazione o nello specifico dei peeling favorendo l’esfoliazione cutanea ed il rinnovamento cellulare.
  • Ipopigmentazione:
    • Terapia fotodinamica: l’uso di agenti fotosensibilizzanti, seguito dall’irradiazione con luce intensa, stimola la produzione di melanina nelle aree ipopigmentate, cercando di uniformare la pigmentazione cutanea.
    • Trapianto di melanociti: questa procedura implica il prelievo di melanociti sani da aree cutanee non interessate e il loro trapianto nelle zone depigmentate, al fine di ripristinare la pigmentazione.
  • Eritema:
    • Farmaci antinfiammatori: l’uso topico di corticosteroidi o immunomodulatori può ridurre l’infiammazione cutanea associata all’eritema.
    • Terapia laser: l’applicazione di laser mirati può ridurre la vasodilatazione cutanea, contribuendo a diminuire l’eritema in condizioni come la rosacea.
  • Cicatrici e cheloidi:
    • Trattamenti laser frazionati: questi trattamenti mirano a migliorare la texture cutanea, riducendo l’ispessimento e l’ipertrofia cicatriziale.
    • Corticosteroidi: l’uso locale di corticosteroidi può ridurre l’infiammazione e prevenire la formazione eccessiva di tessuto cicatriziale, influenzando positivamente la pigmentazione.
  • Esposizione al sole
    • Fotoprotezione: l’applicazione regolare di creme solari ad ampio spettro può essere determinante per prevenire l’aggravamento delle discromie cutanee causate dall’esposizione ai raggi UV.
  • Malattie della pelle:
    • Trattamenti specifici: La gestione delle malattie cutanee sottostanti, come la dermatite ad esempio, richiede l’impiego di terapie specifiche, tra cui corticosteroidi topici o immunomodulatori. Inoltre, nelle malattie della pelle che non hanno cure definitive sono utilizzati alcuni degli strumenti elencati per mitigare gli effetti estetici della condizione.

Le discromie cutanee devono preoccupare?

La valutazione dell’importanza delle discromie cutanee richiede un approccio ponderato che consideri diversi fattori, tra cui la causa sottostante, l’aspetto estetico, e la possibile implicazione di patologie sottostanti. Nel contesto della medicina estetica, è fondamentale esaminare attentamente il livello di preoccupazione associato alle discromie cutanee. La maggior parte delle discromie cutanee è di natura benigna e non rappresenta un rischio significativo per la salute. Tuttavia, la valutazione del rischio dovrebbe considerare la possibilità di condizioni sottostanti, come il melasma associato a squilibri ormonali, ecc.

L’aspetto estetico è spesso il principale motivo di preoccupazione per chi affronta le discromie cutanee. La percezione soggettiva delle macchie cutanee può variare notevolmente, influenzando la decisione di cercare trattamenti estetici efficaci. Essendo il viso un’area del corpo costantemente esposta e visibile le implicazioni di carattere psicologico possono evolvere in conseguenze importanti sulla sfera delle relazioni personali e lavorative.

La presenza di discromie cutanee deve, in ogni modo, spingere il paziente a consultare un dermatologo o un professionista della medicina estetica. Una diagnosi accurata è essenziale per identificare la causa sottostante e pianificare il trattamento più appropriato, ma soprattutto per escludere condizioni patologiche, anche gravi, che possono incidere sulla salute.

Sul piano dei trattamenti estetici disponibili non vi sono da segnalare particolari limitazioni o rischi. La medicina offre soluzioni minimamente invasive e con rischi ed effetti collaterali trascurabili o minimi. Anche il solo monitoraggio a lungo termine dell’evoluzione delle discromie è un importante tassello per la gestione della condizione.

Fonti:

  • Jagadish Kumar K. et al. L’iperpigmentazione da deficit di vitamina B12 è completamente reversibile. European Journal of Pediatric Dermatology, Vol.27 n°2 (2017), p.125.
  • Ernesto Bonifazi. Iperpigmentazione cutanea da antiepilettici. European Journal of Pediatric Dermatology, Vol.28 n°1 (2018), p.64.
  • Severino Persechino et al. Discromie cutanee e irsutismo.5, 2009.
  • Pietro Donati. Dermatopatologia clinica. Torino: Minerva medica; 2018.
  • Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.

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