Microbiota cutaneo e invecchiamento

2 Ottobre 2023
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Autore:  Redazione

Risultato dell’adattamento al microambiente cutaneo e dell’evoluzione di milioni di anni, il microbiota cutaneo svolge un ruolo fondamentale per la salute della pelle e va a costituire parte della cosiddetta immunità acquisita. La corretta efficienza della barriera microbica aiuta i tessuti a mantenersi sani e a preservare pilastri del tessuto cutaneo come collagene ed elastina.

Cos’è il microbiota cutaneo

Il microbiota cutaneo è la comunità di microrganismi che vivono sulla superficie della pelle. In questi microorganismi sono inclusi batteri, funghi e virus, che occupano il tessuto cutaneo in modo permanente o temporaneo. Questi microrganismi sono diffusi su tutta la superficie cutanea in modo omogeneo, presentando varietà di microrganismi differenti a seconda del sito, oltre che del singolo individuo. Il microbioma cutaneo, difatti, sebbene presenti dei tratti comuni a tutti gli individui, ha una composizione singolare ed originale per ogni essere umano.

“Il microbiota cutaneo è la comunità di microrganismi che vivono sulla superficie della pelle. In questi microorganismi sono inclusi batteri, funghi e virus”

La presenza di questi agenti è assolutamente normale, oltre che importante per la salute degli individui. I microrganismi, infatti, contribuiscono a svolgere alcune funzioni fisiologiche in una sorta di reciproca collaborazione con l’uomo. Si sono specializzati per colonizzare il tessuto cutaneo in cambio di “ospitalità” e “cibo” aiutando il sistema immunitario a respingere agenti patogeni, collaborando a mantenere l’idratazione ed il pH della pelle e trasformando sostanze in eccesso o di scarto sulla superfice cutanea.

Il microbiota, preservando il tessuto cutaneo, collabora a ritardare gli effetti dell’invecchiamento cutaneo. Il mantenimento del pH, dell’idratazione, del film lipidico, consente una migliore efficienza delle strutture cutanee e permette, inoltre, di limitare gli effetti dei radicali liberi ed altri processi che accompagnano le fasi dell’invecchiamento. Proteine fondamentali, come il collagene, vengono preservate dalla degradazione migliorando la qualità della pelle.

A cosa serve ?

Come più grande organo del corpo umano, la pelle svolge un ruolo fondamentale nella protezione di muscoli, ossa, organi interni ed altri tessuti. Ha una importante funzione meccanica di difesa ma protegge anche dagli agenti patogeni che altrimenti riuscirebbero a penetrare con facilità nei tessuti a più livelli. Quando la presenza del microbiota sulla pelle è compromessa o l’equilibrio tra gli ospiti e gli agenti patogeni è disturbato, aumentano le probabilità che si verifichino malattie della pelle e sistemiche.

Il ruolo del microbiota è condizionato da molti fattori che vanno ad incidere sulla varietà di microrganismi presenti: l’età, l’ambiente, l’etnia, il sesso, l’igiene personale e le terapie farmacologiche possono modificare la composizione del microbiota alterandone le specifiche funzioni. Tuttavia, l’azione del microbiota cutaneo interviene costantemente per:

  • Protezione dalla colonizzazione da parte di patogeni dannosi
  • Sostegno del sistema immunitario
  • Mantenimento dell’equilibrio dell’umidità e del pH
  • Decomposizione dei lipidi cutanei.
  • Sostegno alla salute della pelle
  • Partecipazione alla guarigione delle ferite
  • Contributo all’aroma corporeo

“L’età, l’ambiente, l’etnia, il sesso, l’igiene personale e le terapie farmacologiche possono modificare la composizione del microbiota”

Microbiota ed invecchiamento cutaneo

Il processo di invecchiamento cutaneo è un evento fisiologico progressivo ed irreversibile; può essere influenzato da fattori endogeni ed esogeni che ne accelerano l’evoluzione. Il microbiota cutaneo è uno di quei fattori che ha una considerevole influenza sull’ invecchiamento cutaneo, intervenendo a difesa della cute attraverso diverse azioni.

In particolare, il microbiota cutaneo influenza l’invecchiamento cutaneo attraverso:

  • Azione diretta sulla barriera cutanea

Il microbiota cutaneo è coinvolto nel mantenimento dell’integrità della barriera cutanea e dell’idratazione cutanea. Il disequilibrio del microbioma può incidere negativamente su diversi fattori, in particolare sull’idratazione cutanea.

  • Contrasto delle infiammazioni croniche

Con l’età, la pelle può diventare maggiormente suscettibile all’infiammazione cronica e se il microbioma non è ben equilibrato possono generarsi infiammazioni dagli agenti patogeni presenti sulla cute.

  • Modifiche nella composizione del microbiota

Con l’età, o per altre ragioni legate alle attività e alle abitudini, la composizione del microbiota cutaneo può cambiare. Il cambiamento della popolazione presente sulla cute può generare la sopraffazione di una specie piuttosto che un’altra, a possibile vantaggio di agenti potenzialmente dannosi.

  • Prodotti metabolici

Il microbiota cutaneo può produrre metaboliti che influenzano la salute della pelle, contribuendo alla produzione di sostanze antinfiammatorie o antiossidanti.

  • Risposta alle ferite e alla guarigione

Il microbiota cutaneo può influenzare la capacità della pelle di rispondere alle ferite e alla guarigione. Con l’età, questa capacità può diminuire, influenzando il tempo di guarigione delle ferite e la formazione di cicatrici.

L’azione del microbiota cutaneo sulla salute della pelle è un campo di ricerca in continua evoluzione capace di mostrare sempre più connessioni benefiche e indispensabili.

Come migliorare la salute del microbiota cutaneo

Migliorare la salute del microbiota cutaneo è importante per mantenere una pelle sana, tuttavia, l’equilibrio del microbiota è influenzato da molti fattori che non possono essere controllati e gestiti. È altresì vero che alcune abitudini e precauzioni possono aiutare a promuovere la salute del microbiota cutaneo, ovvero:

  • Praticare una igiene personale adeguata
  • Evitare l’uso continuo e prolungato di antibiotici
  • Evitare l’uso di prodotti cosmetici eccessivamente aggressivi sulla pelle
  • Seguire un’alimentazione sana ed equilibrata
  • Ridurre lo stress:
  • Evitare il fumo e limitare l’uso di alcol
  • Limitare l’esposizione al sole in modo prolungato e senza protezione.
  • Utilizzare farmaci e prodotti ad uso topico non dannosi per il microbiota cutaneo (prodotti per la pelle a base di vitamina E5, vitamina C10, Vitamina A15)

Come si forma?

Un primo, seppur debole, contatto del feto con i microorganismi, che naturalmente popolano il corpo umano, avviene già durante la gestazione. Tuttavia, la formazione del microbiota cutaneo avviene solo con il passaggio nel canale vaginale alla nascita o, per il parto cesareo, dal contatto con i medici e gli operatori sanitari presenti. Questo primo contatto con batteri e funghi produce le prime colonie microbiche sulla pelle.

Nel corso del tempo il microbioma si consolida arrivando ad ospitare sempre più specie di batteri, funghi e, in minore percentuale, virus. I cambiamenti di relativa abbondanza di taxa batterica sono associate alla tipologia del microambiente ovvero quello umido, secco o sebaceo. I siti sebacei sono dominati principalmente da specie di Propionibacterium lipofili, mentre nelle aree umide proliferano Stapylococcus e Corynebacterium. La composizione della comunità fungina è molto più uniforme rispetto ai batteri senza particolari prevalenze in funzione della zona presa in esame. Le principali colonie fungine sono riconducibili a Malassezia, Aspergillus, Cryptococcus, Rhodotorula, Epicoccum.

I batteri sono maggioranza assoluta in ogni distretto corporeo preso in esame, con percentuali comprese tra il 70% e il 99%. Le comunità fungine sono le meno numerose. Per quanto riguarda i virus, il loro ruolo è meno chiaro ai ricercatori. Si sa con certezza che le comunità di virus possono essere anche consistenti sulla pelle tuttavia non si conosce la reale relazione tra i virus batteriofagi e gli stessi batteri, e se questo rapporto concorre a formare l’equilibrio del microbioma cutaneo. Molti dei virus che popolano la superfice cutanea sono potenziali agenti patogeni che, nella maggior parte dei casi, sono resi inoffensivi proprio dall’azione difensiva del microbioma.

Fonti:

  • Allyson L. Byrd et al, The human skin microbiome. Nature Reviews Microbiology, 16, 143-155 (2018).
  • Hong Zhou et al, Applications of Human Skin Microbiota in the Cutaneous Disorders for Ecology-Based Therapy. Frontiers in Cellular and Infection Microbiology. Vol.10 Oct. 2020.
  • Iolanda Veneruso et al. Il microbiota umano: il buono, il brutto e il cattivo. Biochimica clinica, 2021, pp. 1-14.

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